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Italiani nazione di FESSI: potrebbero pagare il gas 10 volte di meno, ma evidentemente chi decide per loro è un cialtrone

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Italiani popolo di santi, eroi, navigatori e fessi. Perché siamo fessi? Perché permettiamo, per far piacere a non si sa bene chi, di farci pagare il gas 10 volte in più di quanto ci costerebbe, in nome di un ecologismo d’accatto.

Riepiloghiamo: in Italia si sono estratti circa 3,34 miliardi di metri cubi di gas naturale, a fronte di un consumo complessivo di 76,1 miliardi di metri cubi (dato del 2021). Pochi, considerando che i giacimenti attualmente attivi (cioè scavati e con gas dentro) sono 1.298. In realtà quelli che vengono realmente utilizzati con continuità sono 514, altri 752 sono attivi solo sulla carta. Gli altri 32 sono pozzi di controllo e manutenzione. Quindi abbiamo il gas, lo abbiamo già scavato, ma non lo estraiamo.  L’obiettivo, di recente dichiarato dal ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, è aggiungerne altri 2,2 miliardi di metri cubi, che porterebbe così l’ammontare totale a oltre 5,5 miliardi di metri cubi di gas. Ma quanto gas abbiamo in realtà?

Consideriamo che nel 2000 estraevamo circa 20 miliardi di mc, poco meno di un terzo del nostro attuale fabbisogno, e che se si estraesse ancora quasi annullerebbe la dipendenza dalla Russia. Però non li estraiamo. Abbiamo circa 90 miliardi di mc di gas già accertati, 120 miliardi insieme a quelli probabili ma non ufficialmente accertati. Sono 30 miliardi di mc le importazioni annue dalla Russia, quindi, con l’accertato potremmo coprire completamente la Russia per tre anni, oppure per quattro con quelle probabili. Non abbiamo poi mai parlato delle riserve sfruttabili per Fracking, dato che non potendo sfruttarle, non le abbiamo mai rilevate ufficialmente in modo organico.

 

Questo gas costerebbe un decimo di quello acquistato dalla Russia ora, 5 centesimi al mc invece dei 50 o 70 che paghiamo per importarlo. Potremmo anche pagarne 15 e darne 10 alle regioni o alle comunità locali da dove si estrae per fare aziende, aprire scuole, palestre, strutture per assistere gli anziani. Invece ne paghiamo 50 perché così un miliardario russo o americano o arabo si comperi l’ennesimo yacht o si faccia l’ennesima villa. Abbiamo perfino creato un piano ad hoc nel 2018 chiamato “PITESAI”, il “Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee” che, con l’alibi di regolarle, blocca le trivellazioni. Abbiamo una crisi energetica, ma il PITESAI è ancora li, moloch che si mangia le aziende italiane.

Qualcuno molto intelligente mi dovrà spiegare perché distruggere un habitat immacolato in Siberia o nel Canada sia meno colpevole che estrarre da un fondale marino italiano, oppure siamo talmente presuntuosi da ritenerci “speciali” in senso assoluto?  Senza contare che, utilizzando il metano estratto in Italia, risparmieremmo una marea di energia per la renderlo liquido, trasportarlo da un altro continente e rigassificarlo, e questo sì sarebbe “ecologico”, poichè ridurrebbe le emissioni di CO2.

Però, parliamoci chiaro: pagando 10 volte il prezzo di estrazione, in Italia c’è una bella pagnotta da far mangiare a chi poi si copre con il mantello del falso ecologismo, che poi crea questi regolamenti che impediscono di sfruttare risorse nostre, creare ricchezza nostra e posti di lavoro qui.

 


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