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Italiani: da signori del proprio destino a pendine della Commissione UE. L’involuzione della politica nazionale

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Quale dovrebbe essere il compito di ENI? Fornire le basi tecniche per permettere all’Italia di avere l’energia necessaria al proprio sviluppo economico e sociale. Un tempo i Regni cercavano di assicurare le forniture di grano, dall’interno o dall’esterno, per assicurare la propria sopravvivenza. Oggi i governi democratici devono assicurarsi l’energia. Senza energia non ci sono aziende, non c’è produzione, neppure agricola, non ci sono servizi sociali, non c’è nulla. Ieri in un’intervista lo ha ricordato a AffarItaliani Antonio Maria Rinaldi, che dell’ENI, quella vera, fu un protagonista:

Anni fa sono stato direttore generale della Sofid, la capogruppo finanziaria dell’Eni e tecnicamente avrei dovuto aprire io il conto corrente in rubli se ancora fossi in quella posizione. Non avrei esitato neanche un istante a farlo”. “Ha fatto benissimo a prendere questa decisione, l’Eni deve mettere in condizione l’Italia di avere gas e petrolio in qualsiasi condizione. Poi la politica decida quello che vuole, ma tecnicamente l’Eni ha fatto benissimo ad aprire il conto in rubli, va garantito l’approvvigionamento energetico. Se il governo avesse detto paghiamo in rubli e non c’era il conto? Bisogna essere pronti a qualunque esigenza“.

Oggi invece la creazione della povertà energetica è diventata uno strumento di guerra, combattuta però contro gli stessi cittadini europei. Una guerra che ci vede già perdenti, basta vedere l’enorme surplus commerciale della Russia nei confronti della UE proprio per le sanzioni economiche: da un lato abbiamo mandato i prezzi dei prodotti energetici russi alle stelle, dall’altro abbiamo impedito di controbilanciare questo import con l’export di prodotti europei:   “l’Unione europea prende una decisione poi deve anche capirne gli effetti. Sarei d’accordo con le sanzioni se ci fossero stati risarcimenti adeguati per i comparti maggiormente esposti, ma questo è avvenuto in minimissima parte. A Bruxelles impongono le sanzioni con il fatturato degli altri. Ci sono aziende che chiudono e padri e madri di famiglia che restano senza lavoro, disoccupati. Il tutto per colpa dell’incompetenza delle istituzioni dell’Ue. Faccio un esempio: c’è la possibilità di esportare in Russia manufatti fino a 300 euro di costo di fabbrica ma poi, avendo inibite le banche russe dal sistema SWIFT, chi esporta non viene pagato. Ho anche fatto un’interrogazione al Parlamento europeo su questo argomento ma non mi hanno ancora risposto. Assurdo”.

Se ragionassimo su questioni pratiche, ad oggi, potremmo dire che il maggior alleato di Putin risiede a Bruxelles. Le sanzioni fanno esplodere i prezzi energetici, quindi il deficit commerciale. Perfino lo stupido modello di sviluppo economico basato solo sull’austerità interna e dal mercantilismo spinto, imposto per venti anni dalla guida tedesca, è saltato. Basta vedere l’andamento della Bilancia commerciale dell’area Euro:

Di fronte a questo enorme disastro che cosa fa il governo della UE, banalmente seguito dall’attuale commissario alla gestione dell’Italia? Parla di “Tetti solari obbligatori” per le nuove costruzioni a partire dal 2026 per le commerciali e per il 2029 per le civili, come detto ottimamente dal Giraldo su La Verità di oggi. Poi, dato che sparare numeri è facile, alza l’obiettivo al 45% della produzione di energia verde da qui al 2030. Il tutto senza considerare due elementi essenziali.

  • che la spinta fotovoltaica è un colossale regalo fatto all’industria cinese, dato che la filiera produttiva è quasi completamente là collocata;
  • che qualcuno dovrà pagare i costi di questa trasformazione.

Siamo passati dalla visione dei nostri padri, che vollero l’ENI per garantire sviluppo e sicurezza all’Italia e degli italiani, a quella attuale della Commissione, che ritiene i cittadini come delle mere pedine di un gioco politico internazionale. Stiamo facendo dei grandi passi indietro lasciando la democrazia per tornare a una sorta di monarchia assoluta e poco illuminata, e non è un gran vedere.

 

 

 


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