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Analisi e studi

Italia: cade la produzione industriale. Di cosa si può alimentare la crescita?

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Cattive notizie per l’Italia, tanto per non farsi mancare niente.

Nel luglio 2023 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,7% rispetto al mese precedente. La variazione della media degli ultimi tre mesi rispetto ai tre mesi precedenti è stata del +0,2%.

L’indice della produzione industriale corretto per il calendario è diminuito del 2,1% rispetto a luglio 2022 (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro 21 giorni nel luglio 2022).

L’indice della produzione industriale non rettificato è diminuito del 2,1% rispetto a luglio 2022.

Ecco il grafico dal punto di vista mensile:

Ed ecco invece la visione su orizzonte annuale.

Con questo dato su base annuale c’è una certezza: non sarà l’industria a sostenere la crescita italiana. Bisogna essere realistici e guardare in faccia alla realtà. Non c’è bollettino o velina che possa nascondere quello che sta succedendo.

L’indice manifatturiero non comprende le costruzioni, ma queste ora sono anch’esse passate in negativo da febbraio, anche se manca ancora il dato per il mese di luglio l’andamento è chiaro

Del resto è cessato l’effetto del 110%, soprattutto per la difficoltà, o meglio l’impossibilità, di scontare i crediti d’imposta generati, problema che richiederebbe non un articolo, ma un libro, a parte.

Ora dato che non cresce la manifattura, non cresce la spesa pubblica, non crescono i consumi, cosa potrà spingere la crescita italiana? Se non c’è crescita del PIl il rapporto debito/PIl diventerà intollerabile, qualsiasi sia la politica di austerità che il MEF abbia in mente. Austerità che non farà altro che peggiorare ulteriormente la situazione.

Senza una soluzione innovativa il governo rischia di infilarsi in un vicolo cieco a pochi mesi dalle elezioni europee. Eppure i crediti fiscali sono cedibili, perfino negli USA. Qual’è il probllema che si pongono in Italia?


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