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Iran: due mesi successivi di calo dell’export dovuto a una stretta alle sanzioni

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Le esportazioni di petrolio iraniano sono diminuite per il secondo mese consecutivo in ottobre, con il paese che carica 1,43 milioni di barili al giorno di greggio e condensato, riferisce Bloomberg, citando i dati di TankerTrackers.com.

Il volume caricato per l’esportazione in ottobre è stato inferiore di 194.000 bpd rispetto a settembre e, secondo quanto riferito, il volume di carico per l’esportazione più basso da luglio. Il record di agosto sembra alle spalle.

Il monitoraggio accurato delle esportazioni di greggio dell’Iran è reso difficile a causa dei tentativi di ostacolare i transponder delle navi, costringendo TankerTankers a fare affidamento sulle immagini satellitari per colmare le lacune.

Venerdì, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge che estenderebbe le sanzioni alle entità che contribuiscono a facilitare la violazione delle sanzioni contro l’Iran. Il disegno di legge SHIP (Stop Harboring Iran Petroleum) sanzionerebbe i porti stranieri e le raffinerie che lavorano il petrolio iraniano esportato illecitamente. Il disegno di legge richiede l’approvazione del Senato e la firma presidenziale per diventare legge.

Si parlava di ulteriori sanzioni contro l’Iran all’indomani dell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre, nonostante le smentite di Teheran di essere coinvolta in qualsiasi modo nell’evento, che da allora ha portato a una risposta israeliana molto aggressiva a Gaza. Allo stesso modo Israele ha affermato che non c’erano prove del coinvolgimento dell’Iran nella pianificazione di quell’attacco. La senatrice statunitense Lindsay Graham ha chiesto il bombardamento delle raffinerie iraniane in risposta al conflitto Hamas-Israele, mentre la aspirante alla presidenza Nikki Haley ha chiesto un’escalation del conflitto con l’Iran. Qualsiasi azione di questo tipo farebbe impennare i prezzi del petrolio e si ritiene in gran parte che si tratti di acrobazie elettorali.

La mossa dell’amministrazione Biden all’inizio di quest’anno di rilasciare 6 miliardi di dollari in beni iraniani congelati in un accordo di scambio di prigionieri è stata oggetto di crescente attenzione dallo scoppio del conflitto Hamas-Israele e di fortissime polemiche, tanto che l’accordo sembra congelato. 

Mentre aumenta la probabilità di ulteriori sanzioni, il mercato si è astenuto dal farsi prendere dal panico a causa dei tagli alla produzione dell’OPEC+ che hanno portato la capacità di produzione inutilizzata globale a circa 5 milioni di barili. In realtà c’è un problema di domanda mancante, con la crescita modnale che ancora latita.

 


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