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Inflazione-stagflazione: perderete oltre il 6% della vostra ricchezza, e non c’è molto da fare…

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Gli ultimi dati sull’inflazione, pur segnando una certa riduzione rispetto a marzo, rimane ad aprile sopra il 6%, come potete facilmente a rilevare dal seguente grafico:

Ormai non c’è da aspettarsi che l’inflazione si riduca a breve, intendendo per questo profilo i prossimi 12 mesi. Da un lato l’offerta energetica non cresce a abbastanza, ci sono grossi problemi logistici in evoluzione a Oriente, una guerra in Occidente che limitano le forniture agricole ed energetiche, e l’Europa che è in palla bloccata industrialmente da mille stupide politiche green. Tutto questo renderà l’inflazione strutturale almeno sino al medio periodo, se siamo fortunati.

Questi significa che se avete 20 mila euro sul conto corrente perderete, in termini di potere d’acquisto, oltre 1200 euro l’anno, 100 euro al mese, anche perché i rendimenti sono comunque a zero. La stessa identica cosa accade se detenete i 20 mila euro in contanti. Ovviamente più liquidità avrete immobilizzata, maggiore sarà la perdita: con 30 mila euro perderete 1800 euro all’anno, 150 al mese.

Che fare allora? In altri momenti si investiva in beni reali, ma in questo momento viviamo una situazione particolare: la stagflazione. Cioè l’inflazione si accompagna a una recessione economica, cioè a una crescita negativa. Questo rende incerti gli investimenti rifugio a cui si ricorreva normalmente in questi casi.

Facciamo degli esempi:

  • ORO. l’Oro è passato nell’ultimo mese da 53 a 56 euro al grammo. Quindi sembra un bene rifugio adeguato. Però se non c’è domanda, anche industriale, neanche questo è sicuro che mantenga la sua quotazione;
  • IMMOBILI: con l’inflazione “Buona”, legata alla crescita economica, questo è il bene rifugio per eccellenza. Però se foste in Germania, mercato in una bolla prossima a scoppiare, lo riterreste uno strumento difensivo? In Italia il mercato è molto meno in bolla, dopo 10 anni di decrescita incazzata (ricordo che il PIL attuale è inferiore a quello del 2014, quello pro capite inferiore a quello del 2007), ma con la prosecuzione della decrescita economica accompagnata da quella demografica, siete sicuri di volervi affidare agli acquisti delle seconde case degli stranieri?
  • Azioni. Normalmente anche questa categoria di investimenti è anch’essa resistente all’inflazione, rappresentando delle quote aziendali, cioè beni reali. Pecato che Eurostoxx 50 , ad esempio, abbia perso il 13% negli ultimi 6 mesi, NASDAQ il 20% e S&P500 il 10%.
  • Materie Prime: sono mercati complessi e anch’essi, in molti casi ai massimi. Se prendiamo come esempio il rame, materia prima che fa da indice alla crescita economica, è più o meno allo stesso valore di sei mesi fa. Però sono mercati in cui non è semplicissimo entrare, a meno che non abbiate un granaio da riempire.
  • Debiti: debiti ai tassi fissi del 2020/21 vengono ad essere ridotti nel valore reale  dall’inflazione galoppante superiore agli interessi pagati. Però bisogna avere i redditi per ripagarli, e qui colpisce al recessione. Inoltre i debiti a tasso variabile col tempo si adatteranno all’inflaizone.

Quindi sicuramente l’inflazione porta ad un deprezzamento della liquidità posseduta, una tassa occulta, ma quando questa si accompagna alla recessione, nella forma della cosiddetta stagflazione, come ora, difendersi non è facile. La perdita di ricchezza generale si farà sentire, con il rischio di produrre delle ricadute negative che si protrarranno a lungo.

 

 


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