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Analisi e studi

Inflazione: tutto stabile (e sotto controllo) nell’area Euro, ma la BCE è in vacanza

Analisi dei dati sull’inflazione di luglio 2025 in Germania, Francia e Italia. L’inflazione si mostra stabile, ma sopra le attese a causa di alimentari e servizi. Spazio per un taglio dei tassi BCE, ma se ne parlerà a settembre.

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Dopo i dati del PIL del secondo trimestre oggi è giornata di  dati inflazionistici, e ci concentriamo sui tre principali paesi dell’Area Euro: Germania, Francia e Italia, anche perché faremo molto presto.

Iniziamo dal pezzo grosso: il tasso di inflazione annuale della Germania è rimasto stabile al 2% nel luglio 2025, invariato rispetto a giugno e leggermente al di sopra delle aspettative di mercato che prevedevano un rallentamento all’1,9%, secondo le stime preliminari.

I prezzi dei prodotti alimentari hanno registrato un aumento più marcato (2,2% contro 2%), mentre i costi energetici sono diminuiti in misura leggermente inferiore (-3,4% contro -3,5%), compensando il rallentamento dell’inflazione dei servizi, che è scesa al minimo degli ultimi tre anni, passando dal 3,3% al 3,1%.

Rispetto al mese precedente, l’IPC è aumentato dello 0,3%, in ripresa rispetto al dato invariato di giugno e al di sopra delle previsioni dello 0,2%. Utilizzando l’indice armonizzato dell’UE, il tasso di inflazione annuale è effettivamente sceso dall’2% all’1,8%, rispetto alle aspettative dell’1,9%. Su base mensile, i prezzi sono aumentati dello 0,4%, al di sopra dello 0,1% di giugno e in linea con le previsioni.

Ecco invece il relativo grafico:

Passando al secondo paese, per economia, dell’Area Euro, nel luglio 2025 il tasso di inflazione annuale in Francia è rimasto stabile all’1%, invariato rispetto a giugno e in linea con le aspettative del mercato.

I prezzi dell’energia hanno registrato un calo più marcato (-7,2% contro il -6,7% di giugno), dovuto in gran parte all’effetto base derivante dal forte aumento dei prezzi del gas nel luglio 2024. I prezzi dei manufatti hanno continuato a diminuire allo stesso ritmo di giugno (-0,2%).

Per contro, i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati leggermente di più (1,6% contro 1,4%), così come i prezzi dei servizi (2,5% contro 2,4%).  Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2% in luglio, dopo un aumento dello 0,4% in giugno, superando le previsioni di un aumento dello 0,1%.

La principale pressione al rialzo è derivata dagli aumenti stagionali dei costi dei servizi, in particolare dei trasporti e degli alloggi, nonché, in misura minore, dai prezzi più elevati dell’energia. Evidentemente il turismo ha fatto sentire il proprio peso.

Nel contempo, i prezzi dei prodotti manifatturieri sono diminuiti a causa dei saldi estivi. Utilizzando l’indice armonizzato dell’UE, il tasso di inflazione annuo è rimasto allo 0,9%, mentre quello mensile è sceso allo 0,3%.

Terminiamo con il nostro paese, l’Italia: il tasso di inflazione annuale in Italia è rimasto invariato rispetto al mese precedente, attestandosi all’1,7% nel luglio 2025, in contrasto con le aspettative del mercato che prevedevano un calo all’1,5%, secondo una stima preliminare.

In linea con questo dato, il tasso di inflazione armonizzato a livello UE è sceso dall’1,8% del mese precedente all’1,7%, eguagliando il tasso più basso registrato finora quest’anno e rimanendo al di sotto dell’obiettivo del 2% fissato dalla BCE, ma al di sopra delle aspettative dell’1,6%.

L’inflazione è aumentata sia per i prodotti alimentari non trasformati (5,1% contro il 4,2% di giugno) che per quelli trasformati (3,1% contro il 2,7%), oltre che per i servizi vari (2,2% contro l’1,6%) e i servizi di trasporto (3,4% contro il 2,9%), negli ultimi due casi a casua del periodo festivo. A loro volta, i prezzi hanno registrato un rallentamento per l’energia regolamentata (16,7% contro il 22,6%) e i servizi ricreativi e culturali (2,6% contro il 3,2%).

Il tasso di inflazione di fondo, che esclude i sottindici volatili e spesso esogeni dei prodotti alimentari freschi e dell’energia, è rimasto invariato al 2%. Rispetto al mese precedente, l’IPC italiano è aumentato dello 0,4%.

Ecco anche qui il grafico dell’inflazione su base annua:

Quindi la situazione dell’inflazione nell’area euro sembra presentarsi stabile, anche se non si è realizzato il leggero ribasso atteso in acuni paesi come la Germania e l’Italia, soprattutto per i ritocchi nei prezzi dei prodotti alimentari freschi e nei servizi legati alla stagionalità (turismo).

Di per se i dati sono positivi: tutti i principali paesi sarebbero sotto il 2% e quindi ci sarebbe lo spazio per un taglio dei tassi della BCE, anche a fronte dei mediocri risultati di crescita. Peccato che la signora Lagarde sia in vacanza, beata lei, per cui non ne avremo almeno sino a settembre – ottobre.

 


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