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Inflazione Italia: cresce, ma meno degli altri. ISTAT francamente scandalosa

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Iniziamo con le note negative dal punto di vista comunicativo: a cosa serve un sito internet per un ente statale se, quando lo si va a consultare, ci si trova di fronte a questa scritta?

In realtà è un paio di giorni che la situazione è questa. Quindi un tabaccaio che rischia una rapina, secondo l’Istat, dovrebbe chiudere il negozio? Il fatto che si temano degli attacchi informatici (quali poi?) non autorizza a chiudere il servizio informativo, oppure chiudetelo in modo definitivo, o magari fate cambiare mestiere a chi si occupa dei servizi informatici. Esistono attività produttive diverse dal NON fornire informazioni al pubblico. Poi aggiungiamo i ritardi con cui vengono forniti i dati demografici, soprattutto di mortalità , e abbiamo veramente il colmo della misura. Queste cose accadono SOLO in Italia, dove nessuno ai vertici risponde mai per nulla.

Passiamo ora ai dati. La revisione dell’inflazione di novembre vede un ribasso nel dato del 3,8% registrato in via preliminare.

Il grafico è cordialmente offerto da Tradingeconomics, dato che ISTAT faceva un po’ troppa fatica a fornirlo. Comunque l’inflazione Core, o in senso stretto, al netto dell’energia e degli alimentari freschi e stagionali, è pari solo al 1,1%. Del resto la nostra spinta inflazionistica NON è legata a nessuna dinamica salariale, ma semplicemente all’andamento dei prezzi energetici. Questi sono cresciuti del  30.7% contro il 24.9% di  ottobre, specialmente per i prodotti energetici non sottoposti a regolamentazione pubblica, cresciuti del 24.3% contro il 15%.

Per fare un semplice confronto, gli USA hanno un’inflazione del 6,8% alta, ma, soprattutto, hanno una core al 4,9%. Cioè l’inflazione NON è mossa da un boom dei prezzi energetici, cioè dall’esportazione della ricchezza, ma da una dinamica salariale interna, da una crescita che forse è perfino eccessiva e che genera quindi una crescita delle remunerazioni. Del resto è noto che i settori a minore remunerazione c’è proprio una carenza di personale. Invece, se consideriamo il nostro paese, l’inflazione è solo un maggior pagamento verso fornitori esterni o verso le grandi società energetiche. Un impoverimento generale a favore di pochi, il frutto di una politica energetica sbagliata e di una economica non completamente lucida e ancora eterodiretta. Cioè sempre la stessa zuppa degli ultimi 25 anni.

 


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