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Inflazione in Francia, Spagna ed Euro Area. La BCE non ha alibi, per ora

L’inflazione in Francia crolla, e in Spagna rallenta. Siamo di fonte a un rallentamento dell’econmia preoccupante? Nel frattempo la BCE ha sempre meno pretesti per non tagliare i tassi

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Arrivano i dati sull‘inflazione in Francia, Spagna ed Euro Area e, allo stato attuale, semplificano di molto le decisioni della BCE in tema di tassi. Andiamo per ordine.

Il tasso d’inflazione annuale in Francia è rimasto invariato allo 0,8% nel marzo 2025, mantenendosi al livello più basso dal febbraio 2021, secondo le stime preliminari.

L’aumento dell’inflazione dei servizi (+2,3% rispetto al +2,2% di febbraio), guidato dall’aumento dei costi assicurativi, insieme all’aumento dell’inflazione alimentare (+0,6% rispetto al +0,3%), in particolare per i prodotti freschi, è stato compensato dal calo dei prezzi dell’energia (-6,2% rispetto al -5,8%) e, in misura minore, dei manufatti (-0,2% rispetto allo 0%).

Nel frattempo, la crescita dei prezzi del tabacco è scesa al 4,1% dal 4,5% di febbraio (il tabacco è ancora nel paniere francese). Ecco il relativo grafico:

Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2% dopo la stagnazione del periodo precedente, ma non hanno raggiunto l’aumento dello 0,4% previsto. . Nel frattempo, il tasso d’inflazione annuale armonizzato nell’UE si è mantenuto stabile allo 0,9%, mentre è aumentato dello 0,2% su base mensile e l’inflazione Core, al netto di alimentari frschi ed energia, è riamsta all’1,3.

Passiamo alla Spagna: il tasso d’inflazione annuo  è sceso al 2,3% nel marzo 2025, il più basso degli ultimi cinque mesi, dal 3% di febbraio e al di sotto delle previsioni del 2,7%, secondo le stime preliminari.

Il maggior contributo al ribasso è venuto dai prezzi dell’elettricità, che sono scesi nel marzo di quest’anno, invertendo l’aumento registrato nel marzo 2024. Inoltre, anche se in misura minore, hanno contribuito anche i prezzi più bassi dei carburanti e dei lubrificanti per i veicoli personali, dopo l’aumento registrato nello stesso mese dello scorso anno.

Nel frattempo, gli aumenti dei prezzi delle attività ricreative e culturali sono stati più moderati rispetto a marzo dell’anno precedente. Ecco il relativo grafico:

Il tasso di inflazione core è sceso al 2% dal 2,2%. Rispetto al mese precedente, l’IPC è aumentato dello 0,1%. Considerando il dato armonizzato con l’UE, l’IPC è aumentato del 2,2% su base annua e dello 0,7% su base mensile, rispetto al 2,9% e allo 0,4% rispettivamente del periodo precedente. fonte: Istituto Nazionale di Statistica

In attesa del dato tedesco e italiano, le attese dell’inflazione a livello di Area Euro sono per una stabilizzazione al 2,6%

A questo punto, tranne sorprese lunedì da Germania e Italia, l’inflazione viene ad essere stabilizzata nell’Area Euro. Anzi il brusco calo dell’incremento dei prezzi in Francia fa intravedere  una gelate economica nel paese. Anche la Spagna, che fino a ieri aveva un’inflazione superiore alla media, vede un rallentamento.

La sensazione è che questo calo sia legato a un rallentamento economico-manifatturiero, oltre che a una normalizzazione dei prezzi dell’energia. Bisogna ora valutare i dati tedeschi e italiani, ma la BCE sembra non avere altri pretesti per rallentare il taglio dei tassi, anche perché si rischia di essere di fronte a un taglio dei tassi molto forte.


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