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Indipendenza Veneta verso la nuova Banca Pubblica – prima parte

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Indipendenza Veneta

Indipendenza Veneta
Dalle teorie alla pratica: la creazione di una nuova banca pubblica, addirittura di una banca comunale oggi è possibile – articolo introduttivo.

E’ sempre stata una mia convinzione, ma anche degli altri componenti di Economia 5 Stelle e di tutti coloro con i quali collaboriamo più strettamente, che alla prima fase divulgativa sui problemi macroeconomici, fatta della serie di conferenze e di materiali atti a semplificare i principali concetti economici  prodotti fra il 2012* (come la serie dei FALSI MITI SULLA CRISI – scarica il pdf 2012 e il pdf sulla Germania 2014) ed il 2014, dovesse seguire quella delle proposte, ovvero; dopo aver spiegato le cause del problema sarebbe stato più facile rendere più accettabili le soluzioni che potrebbero portare al cambiamento che ci aspetta facendolo pendere a favore dei cittadini piuttosto che della parte a loro avversa e che in questo momento ha in mano le redini.

Così, mentre la prima parte, quella propedeutica, era destinata alla ristretta fetta di popolazione che effettivamente si interessa all’approfondimento, la seconda si apprestava ad essere destinata a tutti.

Và da sé che per una serie di concause non ci è stato possibile portare al pubblico i lavori già prodotti  e perfettamente integrati nel progetto della riconquista della sovranità nazionale.

Ma si sa che, quando tutto sembra fermarsi, in realtà la svolta è da qualche parte in attesa che ci muoviamo dal nostro alveo per andare a cercare “l’incidente” che ce la faccia incontrare.

Non so motivare diversamente l’occasione in cui ho potuto conoscere Alarico Iotti, ovvero nel post conferenza di una delle tante tappe elettorali di Indipendenza Veneta in vista delle imminenti elezioni regionali.

Mi ci ero recato perché di fatto è l’unico movimento politico che pare essere convito della necessità di indipendenza economica e politica quale strumento necessario per la sopravvivenza della propria cultura, della propria imprenditorialità e del proprio benessere.

Come anche i meno esperti sanno, grazie a filmati come Perché le banche ci prestano i soldi?  o Perché ci ammazzano di tasse? ed altri della serie l’Economia Spiegata Facile uno dei punti cardine di una nuova buona economia sono banche che la alimentino al posto di quelle odierne che come abbiamo visto in un precedente articolo assieme a Nino Galloni e Marco Saba, oltre a frodarci verranno presto o tardi fagocitate dal sistema di cui oggi sono ancora complici e di cui stanno per diventare prede.

Il progetto di indipendenza non può che transitare per un disegno di banca indipendente ed è a questo punto che entra in gioco Alarico – invitato da Indipendenza Veneta in qualità di esperto indipendente e non legato al Movimento se non da idee condivise (al posto degli ormai imprescindibili tuttologi dell’ultima ora) a relazionare sul progetto di banca pubblica ad emissione di credito senza interessi  il quale – al quale Onet sta lavorando ormai da molti anni – nel suo intervento, andava a sottolineare come una nuova banca pubblica che fosse di tutti sia già oggi – o meglio entro breve tempo – alla portata delle comunità venete.

Senza trattare i motivi di questa proposta e delle origini del progetto, che affronteremo in articoli specifici, mi preme illustrarvi brevemente l’idea di nuova banca pubblica che sta per nascere tramite domande e risposte che ricalcano sostanzialmente quanto Alarico ha spiegato durante la conferenza di Indipendenza Veneta.

A più avanti anche l’articolo che riguarda le obiezioni.

 

D: Lo scopo iniziale è di emettere moneta elettronica attraverso un ente pubblico poiché si tratta di una possibilità data dallo statuto della stessa BCE?

R: E’ consentito agli enti locali di emettere moneta elettronica ma questo aspetto è relativo, serve solo in una fase iniziale per far crescere rapidamente un circuito di scambio autonomo rispetto a quello tradizionale (immagina una alternativa a VISA o Mastercard… il circuito di pubblico dominio si chiamerà ONET).

Sembra banale ma è il primo passo per poter aprire nuovi meccanismi di scambio nella legalità (anche se all’inizio i vantaggi saranno pochi, ad esempio gli esercenti non pagheranno le commissioni) … serve per innescare un processo nuovo.

D: Quindi se indipendente il Veneto potrebbe dotarsi di una banca centrale anche se decidesse di rimanere nell’euro in grado di emettere euro fino ad un limite massimo di?

R: L’idea di essere o no nell’euro diventa irrilevante in un nuovo sistema….noi potremmo rispettare i requisiti richiesti e dettare regole all’eurozona come potremmo fregarcene.

Il Veneto potrebbe costruire una banca centrale di interesse pubblico operare liberamente con il proprio credito complementare e tenere i rapporti con le valute straniere o esterne (l’euro e’ una di queste) non abbiamo bisogno di stampare euro… non dobbiamo essere ricattabili… possiamo avere tutti gli euro che ci servono perché esportazione e turismo ce li portano… noi i servizi interni e le tasse non li pagheremo più in euro perché verrebbe meno anche quel bisogno… al massimo gli euro ci serviranno per comprare prodotti esteri.

Per arrivare a stampare gli “x” euro per ogni cittadino forse sarà possibile in una seconda fase con accordi più ampi… ma forse arrivati a quel punto avrà preso piede il credito complementare che funziona su queste logiche (ogni stato sovrano avrà diritto a stampare una certa misura di credito complementare per pagare pensioni, sanità, scuole e servizi pubblici) sarà sufficiente fare accordi graduali e accorti con altri Paesi che potrebbero facilmente aderire al credito complementare pubblico, lasciando che il sistema bancario privato imploda da solo.

La vedo una via più semplice…

D: Ecco perché alle prossime regionali conviene votare Indipendenza Veneta; perché un eletto alla Regione Veneto potrebbe aiutarvi ad innescare la parte operativa, altrimenti si dovrà fare affidamento su almeno un comune del Veneto…

R: Se lo Stato Veneto non è sovrano possiamo solo iniziare a creare il circuito passando da credito complementare convertibile generando una massa monetaria circolante basata sui depositi nei conti. Nessun vantaggio apparente né rischio di insolvenza.

In realtà in questa fase è prevista anche l’attivazione di un centro acquisti/commercio elettronico dove sia possibile acquistare solo in crediti.

Questo favorisce la circolazione di beni aumentando la massa “monetaria” circolante a beneficio di chi opera all’interno del sistema

Un comune oggi può solo aiutarci a partire…diventa un acceleratore per raggiungere l’indipendenza.

Alla fine sono le persone che generano la ricchezza solo perché esistono e vivono. La distribuzione del diritto di emissione avverrà sulla base nel numero di abitanti.

D: In attesa dell’indipendenza questa nuova banca potrebbe comunque essere avviato un progetto di micro credito adatto a richieste mediamente di 30.000 euro esatto?

R: Qualsiasi forma assuma una banca “pubblica o comunale” può erogare prestiti senza alcuna difficoltà. Il problema è che l’erogazione del credito non ha senso in uno Stato che ruba come il nostro. Rischia di diventare un ulteriore forza per il sistema attuale, il credito deve ripartire in uno Stato con regole diverse.

D: La struttura a disposizione di Onet sarebbe è già in grado di supportare 500.000 conti correnti oltre i quali sarebbero necessari nuovi investimenti, è corretto?

R: Esattamente… nessuna spesa a carico dei correntisti fino alla soglia di 500.000 conti.

D: Il costo di mantenimento di ogni singolo conto corrente sarebbe di 20€ annuali poiché tale cifra sarebbe sufficiente a pagare tutte lespese di gestione e personale. E’ corretto?

R: Esattamente… il costo reale e stimato a poco meno di 12 euro anno ..il resto e’ un accantonamento prudenziale.

D: Quindi la nuova banca emetterebbe credito senza chiedere in cambio alcun interesse ovvero in linea con la Sharia fare?

R: Si… i prestiti vengono erogati senza interessi. Sia mutui che prestiti di microcredito. Esistono anche altri meccanismi come i fondi a rischio per investimenti superiori che però non sono importanti nella prima fase.

D: In pratica si tratterebbe della prima banca occidentale di questo tipo?

R: Si

D: Entro quando prevedete di riuscire ad aprirne la prima banca?

R: Entro il 2015 vorremmo far partire il circuito di scambio (il VISA per intenderci) nell’ultimo simposio della settimana scorsa le linee guida sono di non far partire la banca se non appoggiata ad uno stato indipendente… vedremo… sono processi ancora in corso di definizione.

D: Sarebbe sufficiente che un ente pubblico, anche locale, o un sindaco aderisse al progetto per creare di fatto la prima banca?

R: Si… i passi sono 2 prima si costituisce l’equivalente dell’IMEL e dopo un po’ di conti aperti si apre una banca vera e propria.

D: A garanzia della nuova emissione ci sarebbe il deposito in valuta straniera?

R: Questo sarebbe necessario solo in un Veneto indipendente. Il problema delle garanzie viene meno mano a mano che altri stati aderiscono ufficialmente al credito complementare pubblico.

Il concetto di fondo e’ che per mantenere stabile una moneta o si ricorre a regole tipo patto di stabilità, volute da chi ha interesse a mantenere il debito, oppure dando il diritto di emissione monetaria in ugual misura agli enti locali….altre ipotesi sono allo studio.

D: – Il Veneto oltre che per questione di conti in ordine, di infrastrutture, potenziale produttivo e per tipologia di vocazione imprenditoriale, è l’unica regione in grado di far partire questo progetto. Tra le altre cose gni anno accumula una dote di 23 miliardi in moneta straniera indotta dal turismo che se avesse una banca pubblica potrebbe usare come collaterale per l’emissione di moneta elettronica?

R: In realtà il meccanismo è un po più complicato… in linea di principio e’ corretto.

Per attivare questa procedura serve uno Stato indipendente e la banca deve essere pubblica (sono due requisiti fondamentali).

In un Veneto indipendente il surplus di valuta straniera sarà anche maggiore… se consideri che non abbiamo materie prime e che di fatto, trasformiamo prodotti o eroghiamo servizi ai turisti (disponiamo di un surplus costante di valuta straniera che nella peggiore delle ipotesi è il differenziale tra costi delle materie prime e il ricavo lordo)… la differenza tra costi e ricavi se non viene prelevata dallo Stato finisce tutta nelle tasche dei veneti (condizione fondamentale per rilanciare l’economia reale).

Il fatto di incentivare con delle regole l’emissione di credito “istituzionale o comunale” in sostituzione della moneta circolante serve essenzialmente a proteggere la nostra economia da speculazioni straniere.

Nella prima fase dove non esistono ancora accordi sostanziali con altre economie dobbiamo proteggerci ulteriormente: non applicando i principi di riserva frazionaria per i prestiti.

Dobbiamo rimanere dentro la soglia del surplus di valuta estera e favorire i prestiti tra cittadini (il cittadino in un contesto nuovo si trova comunque maggiore risparmio che deriva dall’abolizione di tasse almeno per il periodo iniziale).

D: C’è disponibile una fonte sul web che illustri il progetto nel suo complesso nel vostro sito o altrove?

R: Per ora nessuna informazione … verrà spiegato tutto ufficialmente appena partiamo. Ci sono ancora alcune procedure importanti in test. Fino a quando non abbiamo la certezza del loro funzionamento aspettiamo.

Avanti con le vostre obiezioni!

 

Nella seconda parte vi diamo le prime risposte.


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