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Economia

Indietro tutta! Il PPE dice “no” alla fine dei motori endotermici nel 2035. Poteva pensarci prima

Ora , due anni dopo aver votato a favore della misura, il PPE decide che non è più il caso di imporre il bando ai motori endotermici nella UE dal 20235. Intanto i danni per l’industria del vecchio continente sono stati devastanti

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Il Partito Popolare Europeo (PPE) fa marcia indietro sulla transizione forzata all’auto elettrica, denunciando l’obiettivo del 2035 come “irrealistico” e dannoso per l’industria automobilistica europea. La direttiva che imponeva questo obbligo è stata votata nel 2023.

In un acceso appello, il PPE sottolinea come l’industria automotive sia il cuore pulsante dell’economia europea, con milioni di posti di lavoro e un contributo significativo al PIL. L’imposizione della fine dei motori endotermici, fortemente voluta da Renew e dalle sinistre, viene ora bollata come un “errore” che mette a rischio la sovranità europea e favorisce la dipendenza dalla Cina.

 

Il PPE invoca un cambio di rotta urgente, chiedendo di abbandonare il dogma del 2035 e abbracciare la “neutralità tecnologica”.

Questa strategia permetterebbe di combinare diverse tecnologie, proteggendo l’innovazione europea e garantendo la competitività del settore. L’allarme è chiaro: l’Europa non può permettersi di perdere un altro settore strategico a vantaggio della Cina, specialmente considerando la crescente dipendenza dalle batterie cinesi e la crisi di domanda per i veicoli elettrici.

Il problema è che tutte queste cose venivano dette da diversi gruppi dell’allora gruppo ID, ora Patrioti, che aveva molte volte evidenziato quale clamoroso errore fosse l’imposizione dell’      obbligo di chiudere la vendita delle auto con i motori endotermici dal 2035. Eppure all’epoca il PPE era ipnotizzato dai verdi e , soprattutto da Greta Thunberg, che venne adorata, letteralmente, nella sua visita al parlamento europeo del 2020.

Troppo tardi

Ora il PPE propone un piano europeo per sostenere l’industria, semplificare le normative, e creare un vero mercato unico. Inoltre, chiede che le eventuali sanzioni del 2025 per i produttori europei siano reinvestite nel settore stesso.

Intanto però l’industria automobilistica europea è entrata in una profonda crisi: in Germania VW  vuole chiudere due stabilimenti, i fallimenti di fornitori sono all’ordine del giono, in Italia l’industria dell’auto è in gravissima difficoltà, come tutto il settore.

In teoria il cambio di posizione del PPE dovrebeb portare a un cambiamento anche della posizione della Commissione, ma i socialisti e i verdi sono molto forti, soprattutto in tutto ciò che non è eleggibile.


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