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Analisi e studi

Indicatore dei prezzi PCE USA: l’inflazione è più persistente di quanto si pensasse

L’indice inflazionistico PCE USA, che viene a considerare l’andamento dei prezzi della spesa dei consumatori, vede un rimbalzo a gennaio. Questo sicuramente non incentiva il taglio dei tassi della Federal Reserve

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Carrello della spesa
Carrello della spesa

Sono stati pubblicati i dati del “PCE” , personal consumer expenditure, l’indice della spesa dei consumatori USA, molto importante perché preferito dalla FED nella definizione della politica mnetaria e degli interessi. vediamo come è andata e cosa succederà.

L’indice dei prezzi della spesa per consumi personali negli Stati Uniti è aumentato dello 0,3% mese su mese nel mese di gennaio 2024, in linea con le aspettative del mercato dello 0,3% e dopo un aumento dello 0,1% rivisto al ribasso nel mese di dicembre. Quindi un po’ si è risvegliata l’inflazione.

I prezzi dei servizi sono aumentati dello 0,6% mentre i beni sono diminuiti dello 0,2%. Il tasso annuale è rallentato al 2,4%, il più basso da febbraio 2021, dal 2,6% del mese precedente e rispetto alle previsioni del 2,4%.

Nel frattempo, l’inflazione PCE core mensile, che esclude cibo ed energia ed è la misura preferita dalla Fed per l’inflazione, ha registrato un aumento dello 0,4%, il più grande incremento dal febbraio dello scorso anno e superiore al tasso rivisto al ribasso dello 0,1% registrato a dicembre, in linea con le aspettative. Separatamente, i prezzi degli alimenti sono aumentati dello 0,5% e i prezzi dell’energia sono scesi dell’1,4%.

Infine, il tasso di inflazione core annuale è rallentato per il 12° mese consecutivo, passando al 2,8% dal 2,9%, un nuovo minimo da marzo 2021 e in linea con le previsioni del 2,8% Questo è indicativo che, comunque, la dinamica salariale USA si sta calmando. 

Ecco qui il grafico a brene termine:

E qui il grafico a medio, con orizzonte di cinque anni

Il problema è che, pur essendosi ridotta a livello annuale, l’indice dei prezzzi della spesa privata è si calato su base annua, ma haa avuto un guizzo a gennaio che fa venire il dubbio che l’inflazione USA non sia ancora completamente domata e che, quindi, non si debba cedere troppo presto con i tassi d’interesse. Penso che questi dati abbiano instillato una calma ulteriore nei decisori, che vorranno vedere del mese appena finito, per valutare se si è trattato di un episodio oppure no.


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