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In Polonia Tusk manda in insolvenza radio e TV per cambiare giornalisti e dirigenza

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Il governo polacco ha dichiarato l’insolvenza del gruppo di media statali del paese, l’ultima mossa del primo ministro Donald Tusk per obbligare ad un completo cambio operativo dopo aver creato un governo che ha sostituito quello dei conservatori di PiS.

Il viceministro della cultura Joanna Scheuring-Wielgus ha dichiarato giovedì al canale di informazione Polsat che la televisione di stato, la radio di stato e l’agenzia di stampa TVP sono state sottoposte al processo di insolvenza, che in Polonia viene chiamato liquidazione, per consentire una riorganizzazione e una revisione completa.

Tusk sta cercando di aggirare le leggi sui media e un’autorità di regolamentazione creata dal precedente governo per apportare modifiche che, a suo dire, ridurranno la parzialità dei media statali. Intanto però si comporta con un estremismo che fa apparire i suoi predecessori moderati. Praticamente fa fallire tutti i media per avere mano libera nella loro gestione.

Le aziende, che impiegano circa 4.000 persone, continueranno a operare in stato di insolvenza, mentre il ministro della cultura Bartłomiej Sienkiewicz ha dichiarato mercoledì sulla piattaforma di social media X che “lo stato di liquidazione può essere ritirato in qualsiasi momento”.

Tusk ha ammesso che “Avrebbe potuto agire in modo meno rapido”, ma non ha intenzione di fare marcia indietro. A suo dire il cambiamento dei vertici della TV , legati al governo precedente di PiS, è possibile solo con questa via, perché il sistema ordinario deve passare attraverso un Consiglio dei Media che è governato ancora da uomini di PiS. Il precedente partito di governo ha anche fatto ricorso alla corte costituzionale contro le nomime di Tusk fatte saltando il Consiglio dei Media, e qui le nomine sono, anch’esse, state fatte da PiSi.

Quindi, alla fine, il overno buono, a capo della coalizione europeista, si comporta con un rispetto del cosiddetto “Stato di diritto” che è pari, se non inferiore, a quello mostrato da PiS nei suoi otto anni di governo. Questa situazione conflittuale proseguirà almeno sino al 2015, dato che il presidente della repubblica, Duda, è espresso ancora da PiS. Inoltre il governo tusk conta su una maggioranza di governo non schiacciate, 248 seggi su 460. La coalizione europeista quindi non ha vita facile, ma cerca di sopperire ai problemi con l’atteggiamento da duri.


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