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Analisi e studi

Il nuovo lockdown sancirà la fine di Conte e del centro-sinistra (di Giuseppe PALMA)

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A marzo c’era stato “l’effetto sorpresa”. Tre generazioni che avevano ignorato guerre e pestilenze, al cospetto del virus si gettavano tra le braccia del Presidente del Consiglio, il comandante in capo al timone della nazione. Tutti felici e contenti, tra canzoni sui balconi e fritture di pesce postate sui social.

Tricolore, inno nazionale e cene in famiglia, il tutto contornato dallo slogan “andrà tutto bene“.
Un intero popolo ligio alle regole, pronto a puntare il ditino accusatore contro chi osava correre in solitaria su una spiaggia. Il runner anonimo impersonava il nuovo untore, un nuovo Gian Giacomo Mora. “Restate a casa!“, tuonavano quelli del comitato tecnico-scientifico, “Restate a casa!“, ripetevano a tamburo battente le trasmissioni televisive. “Arresti domiciliari” dall’11 marzo al 3 maggio, la cosiddetta Fase1.

Il governo aveva promesso che nessuno sarebbe rimasto indietro, ma a conti fatti – purtroppo – non è stato così: in alcuni casi la cassa integrazione di marzo è arrivata a giugno, quella di aprile a settembre e ancora oggi in tanti non hanno preso quella dei mesi successivi. Per le partite Iva ancora peggio. Nella migliore delle ipotesi hanno ottenuto dallo Stato i 600 euro di marzo (pagati a maggio), quelli di aprile (pagati a luglio) e i 1.000 euro di maggio erogati ad agosto: 2.200 euro in tre mesi, nemmeno il costo del canone di locazione di una mensilità. Stesso discorso per bar, ristoranti, barbieri etc.
Ma l’avevamo scampata. Certo, al costo di vedere le libertà costituzionali soppresse con semplice atto amministrativo, i famosi Dpcm, ma alla fine la pellaccia l’avevamo portata a casa.​

A luglio il virus sembrava scomparso e tutti ci apprestavamo a ritornare alla normalità. Se anche ci fosse una seconda ondata, ripeteva spavaldo Conte, stavolta abbiamo il servizio sanitario all’altezza di affrontare la situazione. Prudenza e attenzione sempre, ma marzo-aprile erano ormai alle spalle, quando il lockdown era stato giustificato dal fatto che non c’erano posti sufficienti in terapia intensiva. Già a giugno si parlava di 11.000 posti letto al cospetto dei 5.000 di marzo. Seimila posti in più ci faranno stare tranquilli.

Pochi giorni fa la doccia fredda. Mentre i ricoverati in terapia intensiva aumentavano (ad oggi sono circa 1.800), viene fuori che le terapie intensive disponibili non sono 11.000 ma poco più di 6.600, vale a dire appena 1.500 in più rispetto a marzo. In pratica da maggio ad ottobre Conte e la sua maggioranza, invece di attrezzare gli ospedali in vista della seconda ondata, hanno perso tempo a parlare di monopattini, bonus vacanze e banchi a rotelle.

Col numero di contagi giornalieri attorno alle 31.000 unità (su circa 210.000 tamponi quotidiani), anche se per il 94% asintomatici o lievemente sintomatici, il governo pensa ora ad un nuovo lockdown, forse locali o regionali: le terapie intensive non sono sufficienti ed occorrono misure drastiche. Sei mesi persi nel nulla, quindi a pagare il prezzo economico e sociale più alto saranno ancora famiglie, imprese e partite Iva. La povera gente. Dipendenti pubblici in smart-working a stipendio invariato (coi ristoranti costretti a chiudere anche a causa della follia del “lavoro agile”), milioni di imprese e partite Iva alla fame. Un Paese non più unito come a marzo, ma profondamente diviso e lacerato: i garantiti che si fanno i fatti loro contro i non garantiti abbandonati dallo Stato. E per di più coi primi che puntano il ditino moralista verso i secondi.

Nel mezzo il governo, unico responsabile dei ritardi sia in ambito sanitario che economico.

Settimana scorsa Conte e Co. hanno chiuso ristoranti e bar alle ore 18, ristorandoli con 1.000 euro in un mese, neanche il costo dell’affitto di un piccolo ristorante. Elemosina e nessun rispetto della dignità umana. Da lunedì potrebbe arrivare addirittura un nuovo lockdown, probabilmente a macchia di leopardo, ma pur sempre lockdown. Altri danni economici ad un Paese già profondamente segnato dalla “reclusione” di marzo-aprile e dalla crisi economica.

Ma se otto mesi fa il popolo aveva seguito e avallato in tutto e per tutto la linea di Conte, stavolta sarà l’esatto contrario. Da una settimana decine di migliaia di ristoratori, baristi e partite Iva sono scesi in piazza per protestare con forza contro il governo, che prima ha imposto loro regole protocollari assurde – ma ugualmente rispettate – e poi li ha fatti chiudere di nuovo. Tra due giorni ulteriori misure restrittive anche per altre categorie, e forse pure rigide chiusure regionali o locali. Ma stavolta, a differenza di marzo, manca “l’effetto sorpresa“: in otto mesi il governo non ha potenziato adeguatamente il servizio sanitario nazionale, rendendo ora necessarie nuove chiusure, litigando tra maggio e luglio su come sperperare i soldi​ (monopattini e banchi a rotelle). Un vortice di totale idiozia scaricata per la seconda volta su famiglie, partite Iva e imprese.

E bene ha fatto l’opposizione a non accettare l’odierno invito di Conte a partecipare alla “cabina di regia” decisionale in queste ore difficili. Otto mesi in cui il centrodestra, maggioranza nel Paese, è stato umiliato da telefonate del Presidente del consiglio a Salvini, Meloni e Tajani cinque minuti prima di andare in diretta facebook per annunciare decisioni già prese, blindate. Ora Conte aveva bisogno dell’opposizione per condividerne le ulteriori decisioni drastiche e l’insuccesso politico. Troppo tardi. Il centro-sinistra è ormai prossimo ad essere investito totalmente dalla legittima reazione popolare, quella della brava gente.

A marzo-aprile il popolo è stato responsabile, canterino sui balconi e rispettoso di tutte le regole. Adesso ve lo ritroverete tra le strade a protestare, in un Paese che avete colpevolmente distrutto e lacerato. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.

Giuseppe PALMA

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Consigli letterari:

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma, “DEMOCRAZIA IN QUARANTENA. Come un virus ha travolto il Paese“, Historica edizioni, aprile 2020.

Qui i link per l’acquisto:

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https://www.ibs.it/democrazia-in-quarantena-come-virus-libro-paolo-becchi-giuseppe-palma/e/9788833371535

https://www.mondadoristore.it/Democrazia-quarantena-Come-Giuseppe-Palma-Paolo-Becchi/eai978883337153/

https://www.libreriauniversitaria.it/democrazia-quarantena-virus-ha-travolto/libro/9788833371535

 


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