Il nuovo capo di Hezbollah è già stato eliminato?

Voci contrastanti circolano sui media in Medio Oriente. Secondo fonti arabe e israeliane, che però si rimandano l’un l’altra, sarebbe stata annunciata la morte di Hashem Safi al-Din, e di tutti coloro che erano con lui, a seguito dei raid israeliani nella periferia la sera di Jamis, in Libano, dove si trovava un bunker dei servizi di Hezbollah.

In precedenza, il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha riferito che si stima che tutti coloro che si trovavano nel quartier generale dell’intelligence di Hezbollah, che è stato preso di mira giovedì sera nella periferia meridionale di Beirut, siano stati uccisi da settantatré tonnellate di bombe.

Il giornale ha osservato che l’attacco ha preso di mira Hashem Safieddine, un candidato alla successione di Hassan Nasrallah, aggiungendo che anche il capo del dipartimento di intelligence del partito era presente al momento dell’attentato. Anche questa seconda figura, rilevante nella struttura di Hezbollah e chiamata “Murtada”, sarebbe stata eliminata.

Anche Mohammed Rashid Skafi, il comandante del sistema di comunicazione di Hezbollah, è stato preso di mira, ha detto il portavoce dell’IDF Avichai Adraei.

Il giornale ipotizza che non ci sia alcuna possibilità di sopravvivere all’attacco, né attraverso il crollo del bunker né attraverso la fuoriuscita di gas che portano al soffocamento.

Effettivamente Hashem Safi Al-Din non si vede in pubblico da un po’, e questo risulta sospetto: di solito i personaggi di Hezbollah scomparsi lo sono perché passati a miglior vita. Nello stesso tempo la verifica effettiva della morte di un personaggio, in questo momento, è molto complessa in Libano, anche perché sicuramente il bonker sarà stato ben mimetizzato. Nello stesso tempo non è strano che una figura apicale di Hezbollah in questo momento stia ben coperta e nascosta. Ci vorrà un po’ di tempo per sapere la verità.