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Il Kazakistan ha grossi deficit di energia elettrica, con rischi di blackout, nonostante le riserve di risorse naturali

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I funzionari dell’energia del Kazakistan hanno previsto che la carenza di energia elettrica si aggraverà nei prossimi due anni, aumentando la dipendenza dalle importazioni e il rischio di blackout imprevisti. Un problema per una nazione che vuole sviluppare la propria autonomia dai vicini, soprattutto dalla Russia. 

La testata LS ha riportato il 25 gennaio, citando dati del Ministero dell’Energia, che il consumo di energia elettrica quest’anno dovrebbe raggiungere i 120,6 miliardi di kilowattora, mentre la produzione rimarrà indietro a 118,3 kilowattora. Nel 2025 la domanda e la produzione cresceranno entrambe, ma il deficit aumenterà a 3,3 miliardi di kilowattora, secondo le previsioni del ministero.

Un po’ di sollievo è previsto per il 2026 e il 2027, quando il governo si aspetta che la produzione superi la domanda. Ma i deficit saranno di nuovo una caratteristica dei tre anni successivi, secondo una previsione del governo che copre il periodo 2024-2030. Insomma il problema non sarà risolto in modo definitivo nei prossimi anni

L’incapacità di soddisfare il fabbisogno di energia elettrica dell’intero Paese è dovuta in parte all’aumento della domanda, ma il problema è radicato anche nel fatto che la rete elettrica è divisa in tre aree geograficamente distinte: il nord, il sud e l’ovest.

Si prevede che quest’anno la cosiddetta zona occidentale produrrà energia in eccesso rispetto al fabbisogno nazionale, ma poiché non è collegata alla rete nord-sud, tale eccesso non può essere consegnato ai consumatori dove il bisogno è maggiore.

I funzionari dell’energia prevedono che un progetto per collegare la zona occidentale al resto della rete nazionale sarà completato entro il 2028, realizzando così l’infrastruttura necessaria a compensare l’attuale squilibrio tra le tre zone.

La rete elettrica del Kazakistan è collegata a livello internazionale con i vicini Russia, Cina e diverse nazioni dell’Asia centrale a sud. Con vicini così potenti la dipendenza viene a essere un problema strategico.

La soluzione a lungo termine più controversa proposta per il crescente fabbisogno di elettricità del Kazakistan è la costruzione di una centrale nucleare. A settembre, il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha cercato di evitare di dover prendere una decisione definitiva sulla questione annunciando un referendum. In precedenza, però, ha espresso il suo sostegno all’idea.

Durante una riunione di governo nel febbraio 2022, Tokayev ha sostenuto che senza l’energia nucleare il Kazakistan rischia di “perdere l’intera economia”, aggiungendo che gli scettici del nucleare sono “populisti che non comprendono le realtà economiche”. Curiosamente il Kazakistan è il maggior produttore mondiale di uranio, riuscendo a fornirne il 42% delle necessità mondiali nel 2022, pur non avendo una propria centrale nucleare.

Non è ancora stata fissata una data per la votazione.

Il Kazakistan ha anche riserve di gas pari a 156 volte la sua necessità annuale, ma anche queste risorse sono scarsamente utilizzate.


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