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Il Fondo Monetario Internazionale: «I Governi dovrebbero spendere tutto quello che possono»

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Ora facciamo imbronciare un po’ il senatore a vita Mario Monti. Secondo quanto riportato da Reuters Kristalina Georgieva, CEO del Fondo Monetario Internazionale, dovrebbero spingere maggiormente sul pedale della spesa pubblica se vogliono rilanciare le proprie economie in questo momento non brillanti. Queste affermazioni sono state fatte durante il Forum Economico internazionale a Gaidar, in Russia.

La responsabile del FMI non ha voluto sbilanciarsi in previsioni sulla crescita, che, evidentemente, non devono essere rosse, ma ha affermato chiaramente che il FMI desidera un aumento sincronizzato della spesa pubblica per un rilancio dello sviluppo a livello mondiale.

Naturalmente questa inclinazione “Keynesiana” del  FMI  viene un po’  stupire, dopo anni a spingere per politiche di austerità, di riduzione del debito e di contenimento della spesa. Significa che, alla fine, il lato “Tecnico” del fondo è prevalso su quello “Politico”, dominato dai soliti pessimi economisti nord europei.

Questa anomali è stata notata perfino dalla stessa Georgieva: “IA partire da marzo ho iniziato a fare una cosa molto strana per il FMI: andavo in giro a dire a tutti “Per favore, spendete di più!!””. “Comunque in questo omento stiamo sostenendo una politica fiscale e monetaria di carattere accomodante per proteggere il sistema economico dal collasso, dato che stiamo limitando in modo intenzionale sia la produzione sia il consumo”.

La Georgieva ha elogiato la risposta sincronizzata della Russia alle sfide economiche create dalla pandemia COVID-19, menzionando sia l’allentamento monetario della banca centrale sia lo stimolo fiscale del ministero delle finanze.

Questo appello è venuto dopo uno molto simile dell’OSCE. Per l’Europa abbiamo però tre problemi:

  • il fatto che le istituzioni europee appaiano completamente incapaci di superare i vincoli dei vecchi e superati derivanti sia di trattati originali, come ad esempio il divieto di finanziamento diretto da parte della banca centrale, sia dai vari accordi Two Pack, e Six Pack che, anche se temporaneamente sospesi, hanno lasciato un’impronta mentale restrittiva;
  • nonostante la politica monetaria espansiva e l’appoggio della BCE rimane sempre all’orizzonte il tema del ritorno in effetto delle sopraccitate norme. Nessuno ha il coraggio di modificarle, tutti sanno che sono, e saranno, inapplicabili a molti paesi, soprattutto del Sud Europa, Restano però come una sorta di spada di Damocle che impedisce vere e proprie politiche fiscali espansive. Prima o poi torneranno in azione e per certi paesi, Italia in testa, si dovrà scegliere fra la povertà eterna e l’estinzione, o l’uscita dalla UE;
  • L’incapacità operativa di molti paesi che uniscono i vincoli di spesa europei, cristallizzati nelle legislazioni interne, con l’incapacità operativa della propria classe di governo attuale.

La Gerogieva fa bene a spingere la spesa, ma si scontrerà con il fallimento politico e amministrativo  in atto in diversi stati.


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