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Il conflitto indo-cinese si prepara con infrastrutture e missili

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Il confronto, a tratti anche violento, fra India e Cina non è cessato, nonostante la comune appartenza ai Brics e i colloqui bilagerali. Anzi le parti si stanno rafforzano in vista di un nuovo turno di confronto che, come è successo in passato più volte, potrebbe anche convertirsi in uno scontro militare di qualche livello.

Tutto quello di cui parleremo sta accadendo nonostante le parole di pacificazione  e de-escalizzazione che le parti si sono scambiate, la Cina per prima. Però i fatti stanno andando in un’altra direzione

La Cina sta costruendo un insieme di infrastrutture a doppio uso sul confine che, agli occhi degli indiani, suonano più come la preparazione di ulteriori offensive lungo la LAC, la linea di confine attuale fra le parti, piuttosto che come la preparazione di una difesa. Si tratta di una rete di villaggi fortificati con rifugi antiaerei e anticarro, aeroporti d’altra quota e superstrade preparate per facilitare il riposizionamento rapido delle truppe in alta quota.

Quello che vedete sopra è il piano della realizzazionenuove superstrade, piani per costruire più aeroporti e due nuove linee ferroviarie che collegheranno il Tibet allo Xinjiang e allo Yunnan. Secondo il suo ultimo bilancio, la Cina sta pianificando 191 progetti chiave quest’anno in Tibet, con un investimento di oltre 143 miliardi di yuan, 21 miliardi di dollari, di infrastrutture.

In alta quota, a livelli himalaiani, non si può pensare di combattere una guerra su larga scala senza questo tipo di infrastrutture. Nello stesso tempo la loro realizzazione non è particolarmente giustificata da motivi di carattere commerciale, visto che la popolazione in quest’area è veramente scarsa.

In un articolo per la Conferenza dell’Esercito Popolare di Liberazione del 2022 – un’iniziativa statunitense che studia e analizza l’esercito cinese – gli esperti Brian Hart, Bonny Lin e Matthew Funaiole hanno elaborato le crescenti capacità del PLA nel suo Western Theatre Command (WTC), che supervisiona il Tibet e Xinjiang. Sottolineano che ci sono oltre 50 aeroporti ed eliporti in Tibet e Xinjiang, di cui 36 sono stati costruiti e potenziati dal 2017, con nuovi più vicini al confine indiano. L’aeroporto in costruzione di Ngari Burang e l’aeroporto di Shigatse Tingri sono posizionati a 60 km dal confine indiano. Gli autori hanno scritto che in precedenza, oltre 500 km separavano gli aeroporti cinesi dalle strutture strategiche indiane. Ora, ad esempio, la stazione dell’aeronautica militare di Bareilly è a soli 200 km da Ngari Burang. Tutto pronto per un’eventuale offensiva.

I generali indiani, al contrario di quanto accadde negli anni sessanta, sono  e ben coscienti del pericolo e stanno anch’èessi rafforzando i propri armamenti e le proprie posizioni.

Il governo indiano ha approvato l’acquisizione di un reggimento di missili balistici Pralay per l’esercito indiano. Il missile con armi convenzionali sarà schierato lungo i confini del Paese con Pakistan e Cina, ha riferito Asian News International, citando fonti.

Missile strategico Pralay

Capace di colpire bersagli a 150-500 chilometri di distanza, Pralay è il missile terra-terra a più lungo raggio nell’inventario dell’esercito indiano.

Il missile a propellente solido vola su una “traiettoria quasi balistica”, rendendone difficile l’intercettazione, secondo una dichiarazione del Ministero della Difesa indiano.

La sua guida include un “sistema di navigazione all’avanguardia e un’avionica integrata”. Il progetto missilistico è stato sancito nel 2015 con il missile della Defense Research Development Organization che ha condotto i primi due test in giorni consecutivi nel dicembre 2021.

Sarà ulteriormente sviluppato con una possibile estensione della gamma, ha detto una fonte citata da Asian News International.

Il Pralay sostituirà il Prithvi e probabilmente costituirà una parte fondamentale della forza missilistica pianificata dall’India insieme al missile da crociera supersonico Brahmos.

Le forze armate indiane stanno accelerando il proprio sforzo per ammodernare le propie forze armate staccandosi dalle forniture russe e avvicinandosi a quelle USA, anche per acquistare sistemi d’arma più sofisticati e che i cinesi non sconoscessero.


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