Attualità
Il circolo vizioso del surplus nelle partite correnti, causa e conseguenze (Scusatemi, è un po’ tecnico)
Il surplus delle partite correnti viene spesso visto come un elemento positivo: vuol dire che la bilancia commerciale è attiva, che si generano dei afflussi finanziari superiori ai deflussi a causa delle partite correnti. Però perchè si importa meno e si esporta di più? Si tratta solo di una questione di efficienza?
come ha dimostrato l’Italia dal 2011 al 2013 di solito i passaggi da deficit delle partite correnti a surplus, rapidi e consistenti, sono dovuti a crisi della domanda interna.
Ma come si si sono mossi negli ultimi 10 anni i valori delle partite correnti nell’Euro Area?
fin dal 2002 la Germania avesse un surplus delle partite correnti mentre l’eurozona nel suo complesso di trovava in deficit. Questo deficit cessò con la crisi del debito sovrano che portò ad una forte contrazione nei consumi interni dei paesi dell’eurozona, a parte la Germania, e quindi ad un calo dell’import. Le partite correnti si sono riequilibrate ed anzi sono andate in attivo, ma perchè? Perchè i consumi interni sono crollati, e così è crollata l’occupazione. Si è diventati più poveri, si compre di meno, si importa di meno e le partite correnti diventano positive.
Sempre dall’IIF, di Robin Brooks ci fornisce una sua scomposizione ed interpretazione del surplus delle partite correnti, e di quale sia il surplus effettivo:
La linea azzurra è l’attuale surplus delle partite correnti, in giallo l’output gap calcolato dalla IIF , the Institute of International Finance. Se vedessimo il valore del surplus delle partite correnti rispetto all’output gap avremmo che questo viene ad essere negativo. Quindi il nostro output gap non è figlio dell’efficienza, ma è figlio della povertà e dello sfruttamento. Qualcosa che dovrebbe essere risolto, non mantenuto.
Anche perchè, come faceva notare Ashoka Modi, questo surplus delle partite correnti in una situazione di consumi compressi e di alta disoccupazione, impedisce la svalutazione della moneta per cui si crea un “Doom loop”, un circolo vizioso, che viene a riprodurre in modo continuo la povertà.
Una situazione diabolica.
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