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Economia

Il Canada impone un dazio del 100% alle auto elettriche cinese, e altri pesanti dazi commerciali

Justin Trudeau ha deciso di colpire fortemente l’export cinese verso il Canada, allineandosi agli USA; con sanzioni del 100% sulle auto EV cinesi, ma anche del 30% su alluminio e acciaio. Il prodromo di una guerra commerciale?

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Lunedì il Canada ha annunciato l’intenzione di imporre nuove tariffe sui veicoli elettrici, sull’alluminio e sull’acciaio prodotti in Cina, nel tentativo di allineare il proprio sistema commerciale con gli alleati, leggasi gli USA di Biden,  che lavorano per proteggere i produttori nazionali.

Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha dichiarato che il suo governo imporrà tasse sull’importazione del 100% sui veicoli elettrici a partire dal 1° ottobre e del 25% su alluminio e acciaio a partire dal 15 ottobre.

“La mossa arriva mentre le principali nazioni commerciali del Nord America, dell’Asia e dell’Europa, tra le altre, esprimono preoccupazione per il fatto che Pechino stia cercando di esportare la propria via d’uscita dalle difficoltà economiche spedendo merci all’estero a prezzi stracciati”.

A giugno, il governo di Trudeau ha avviato un periodo di consultazione di 30 giorni sulle tariffe proposte. Il vice primo ministro canadese Chrystia Freeland ha definito le politiche cinesi una strategia delle aziende cinesi che creerebbe un eccesso di capacità a livello mondiale e minerebbe l’industria canadese dei veicoli elettrici. “Penso che tutti noi sappiamo che la Cina non sta giocando secondo le stesse regole”, ha detto Trudeau. “Il governo canadese intende imporre una tariffa del 100% sulle importazioni di veicoli elettrici di produzione cinese”.

Le azioni del Canada seguono le mosse degli Stati Uniti e dell’Unione Europea di imporre tariffe d’importazione altrettanto elevate sui veicoli elettrici cinesi. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan avrebbe incoraggiato domenica il Canada a seguire il suo esempio durante un incontro con Trudeau e i ministri del gabinetto nel ritiro di Halifax. La tappa canadese di Sullivan precede di poco il viaggio di questa settimana a Pechino, dove dovrebbe discutere di Taiwan e del sostegno della Cina allo sforzo bellico russo durante un incontro con il ministro degli Esteri Wang Yi.

Due pericoli: guerra commerciale e inflazione

Questa decisione del governo Trudeau porta con se due possibili conseguenze. La prima è, paradossalmente, meno preoccupante, è che si scateni una nuova fase della guerra commerciale fra Cina e Occidente, ma questo è un problema paradossalmente gestibile, perché comunque vi è un forte, e fragile, surplus commerciale cinese , che lascia spazio per azioni di ritorsione per il Canada,

La seconda conseguenza è invece molto più grave, ed è l’infflazione: scatenare una guerra commerciale a suon ti dazi significa obbligare i cittadini a pagare di più per gli stessi beni importati, anche perché è illusorio che il Canada possa produrre auto elettriche a prezzi concorrenziali con quelli cinesi. L’inflazione importata e forzata di questo tipo si tradurrà immediatamente in una riduzione della capacità d’acquisto dei cittadini, con conseguenze anche politiche.

 


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