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Economia

I proiettili di Israele rischiano di Colpire a morte il governo Sanchez

I massimalisti di Izquierda Unida minacciano di far cadere Sanchez se non cancellerà l’acquisto di munizioni, già contrattualizzato, con un’azienda israeliana, la IMI System, e l’hanno vinta. Sanchez sempre più manichino della sinistra estrema

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Il governo spagnolo rischia di saltare, ma questa volta i problemi non vengono dai catalani di Junts, ma dalla sinistra estrema. Nonostante le numerose crisi che il governo spagnolo ha affrontato dall’inizio della legislatura e la permanente tensione imposta dai partner indipendentisti a Pedro Sánchez, la questione delle munizioni acquistate in Israele, dalla società IMI System ha fatto scattare tutti i campanelli d’allarme e rischia di colpire a morte il governo Sanchez.

Il segnale è molto più forte questa volta perché danneggia direttamente la coalizione di governo e ne scopre il fianco più delicato per la sinistra. Il contratto per l’acquisto di munizioni da un’azienda israeliana per l’esercito spagnolo è, in realtà, solo un aspetto di un dibattito molto più ampio sulla difesa, destinato a proseguire nei prossimi mesi e che minaccia di lacerare le fondamenta dei partiti che governano insieme al PSOE. La Sinistra di Izquierda Unida ha accolto la notizia come uno schiaffo alle proprie posizioni antiisraeliane e pro palestinesi, ed ha minacciato reazioni durissime, giungendo perfino a parlare chiaramente di crisi di governo. 

Il Presidente del Governo, Pedro Sánchez, ha compreso la gravità della situazione ed è intervenuto rapidamente, sentendosi anche personalmente chiamato in causa dopo aver guidato la posizione europea più critica verso Israele e aver persino riconosciuto unilateralmente lo Stato di Palestina senza l’ombrello del resto dell’Unione Europea (UE).

Il governo è stato costretto a emettere una  completa sconfessione – l’ennesima – nei confronti del Ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, che solo poche ore prima riteneva impossibile annullare il contratto. Il Partito Popolare (PP) è entrato in gioco, avvertendo che porterà la questione alla Corte dei Conti e ipotizzando una responsabilità patrimoniale per il funzionario che firmerà l’annullamento del contratto con IMI System, mettendo nei guai il governo, che rischia una pesante sanzione pecuniaria.

Sebbene la Vicepresidente seconda, Yolanda Díaz (leader di Sumar), abbia cercato di attribuirsi il merito di aver “piegato” il PSOE sulla questione, l’attore chiave è stata Izquierda Unida (IU). Quest’ultima ha osato parlare apertamente di “crisi di governo“, aprendo alla possibilità che la sua rappresentante nel Consiglio dei Ministri, la Ministra dell’Infanzia Sira Rego, potesse dimettersi.

La sede dell’israeliana IMI System, ora Elbit

Ma anche prima che l’azienda israeliana IMI Systems entrasse in scena, il coordinatore generale di Izquierda Unida (IU), Antonio Maíllo, si era già mostrato molto critico verso il piano di difesa presentato a sorpresa da Sánchez per raggiungere il 2% del PIL in spesa militare già nel 2025, anticipando l’impegno NATO originariamente fissato per il 2029. Era un chiaro avvertimento che IU non vede di buon occhio i passi del Presidente, passi che inevitabilmente dovranno continuare visti gli impegni internazionali.

Infatti, diversi ministri assicurano che nel Consiglio dei Ministri della scorsa settimana, Sumar abbia accettato il piano per il 2% del PIL senza grandi rimproveri a Sánchez, fidandosi della sua promessa che non ci sarà alcun taglio alla spesa sociale. “Neanche un centesimo”, come ripete il Capo dell’Esecutivo, ma Suemar, come dice il suo stesso nome, è composta da diverse componenti, e IU, una di queste, ha una posizione molto più radicale rispetto agli altri.

 IU, nata dal movimento anti-NATO in occasione del referendum del 1986 sulla permanenza della Spagna nell’Alleanza, è determinata a difendere le proprie posizioni ad ogni costo, anche a costo di uscire dal governo. Per IU, questa non è una questione secondaria, ma incarna uno dei suoi valori fondamentali, sui quali non è possibile cedere. Su questo punto, coincide con il suo ex alleato nella coalizione Unidas Podemos, ora guidato da Ione Belarra.

La pressione di Podemos, che accusa quasi quotidianamente Yolanda Díaz di aver ceduto su tutto al PSOE – Irene Montero ha persino suggerito che Díaz dovrebbe confluire nei socialisti – e di essere incapace di difendere i principi fondamentali di quell’area ideologica, è costante. IU ha deciso di reagire a queste tesi e rivendicare il proprio spazio. I quattro deputati di Podemos guidati da Belarra rappresentano un’altra minaccia permanente per Sánchez. A settembre, la loro base aveva approvato richieste massimaliste per appoggiare la legge di bilancio, tra cui il controllo dei prezzi degli affitti e, appunto, la rottura delle relazioni diplomatiche con Israele.

La necessità di tenere a bordo la sinistra più estrema e massimalista sta rendendo in governo Sanchez una specie di marionetta nelle mani delle posizioni più estreme anti istraeliane in Europa. 

Sanchez sotto assedio

Per molto tempo, il partito indipendentista catalano Junts, guidato da Carles Puigdemont, è stato la principale fonte di preoccupazione per il governo Sánchez a causa della sua influenza sulla fragile maggioranza parlamentare. Le loro richieste sono state cruciali per l’investitura di Sánchez (ottenuta in cambio dell’amnistia).

Tuttavia, nonostante le loro principali rivendicazioni (come l’ufficialità del catalano nell’UE o l’applicazione dell’amnistia a Puigdemont) siano ancora in sospeso, si ritiene ora che Junts abbia perso credibilità nella sua capacità di minacciare seriamente la stabilità del governo. Sanno benissimo che la fine del governo Sanchez rischia di portare la dirigenza del loro partito in prigione, dato che il PP, e soprattutto i suoi alleati di VOX, non vedono l’ora di metterli nuovamente sotto accusa.

In questo momento è la sinistra comunista di IU ad essere la maggiore minaccia del governo Sanchez, sempre più in balia di correnti e micro-partiti di sinistra dalle posizioni estremiste e spesso impopolari. Ormai la coalizione VOX e PPE è vicinissima alla maggioranza assoluta nei sondaggi.


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