Difesa
I Paesi Bassi si armano con i Tomahawk: un segnale forte alla Russia e un cambio di passo strategico
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Una giornata di inizio primavera del 2025 al largo della costa statunitense ha visto una fregata olandese lanciare un missile da crociera Tomahawk in un test che ha avuto risonanza ben oltre l’Atlantico. Non si è trattato di una semplice esercitazione, ma di un passo significativo dell’Olanda verso una nuova era di capacità militari, destinata a rimodellare il suo ruolo nella NATO e nella complessa geopolitica del Nord Europa.
Appena poche settimane prima, il Dipartimento di Stato USA aveva approvato una potenziale Vendita Militare Estera (FMS) ai Paesi Bassi del valore stimato di 2,19 miliardi di dollari, una cifra di massimo interesse.
L’accordo, notificato al Congresso dalla Defense Security Cooperation Agency (DSCA), riguarda l’acquisizione di un massimo di 163 missili Tomahawk Block V All Up Rounds, 12 missili Block IV e relativi sistemi. Questa mossa non è solo l’acquisto di armamenti avanzati, ma la decisione di una nazione piccola ma tecnologicamente avanzata di rafforzare il proprio peso strategico in una regione segnata dall’assertività russa e dall’evoluzione della postura difensiva della NATO.
Un investimento strategico per l’Aia
I Paesi Bassi, che hanno una tradizione marittima secolare e sono un attivo membro NATO, sta compiendo un salto calcolato. La vendita proposta include, oltre ai missili, fino a 10 sistemi di controllo armi Tactical Tomahawk (TTWCS) e due missili telemetrici Block IV, oltre a un pacchetto di supporto, addestramento e logistica.
Secondo la DSCA, questa acquisizione “migliorerà la capacità dei Paesi Bassi di affrontare le minacce attuali e future fornendo capacità di attacco convenzionale a lungo raggio con una significativa distanza di sicurezza, mantenendo al contempo l’interoperabilità della NATO”.
L’accordo, del valore stimato di 2,19 miliardi di dollari, prevede l’integrazione di questi missili principalmente sulle fregate olandesi classe De Zeven Provinciën, con un potenziale futuro impiego sui sottomarini. È la prima volta che l’Olanda disporrà di un’arma così strategica, un passo che gli analisti ritengono possa ridefinire il suo ruolo nella difesa collettiva.

Fregata classe De Zeven Provinciën – Wikipedia
Il Tomahawk Block V: capacità e confronto
Il missile Tomahawk, sviluppato da RTX Corporation, è una pietra miliare della guerra navale moderna. La variante Block V, fulcro di questa vendita, rappresenta lo stato dell’arte nella tecnologia dei missili da crociera. Con una portata superiore a 1.000 miglia (circa 1.600 km), può colpire obiettivi in profondità nel territorio nemico volando a velocità subsonica e a bassa quota per eludere il rilevamento radar.
I suoi avanzati sistemi di navigazione, tra cui GPS e guida inerziale, gli consentono di seguire rotte complesse, aderendo al terreno per evitare le difese. Ciò che distingue il Block V è la sua versatilità: può ingaggiare sia bersagli terrestri sia, nella sua configurazione per attacchi marittimi, navi in movimento. Questa duplice capacità lo rende uno strumento potente per la proiezione di potenza.
La sua capacità di “loiter” (stazionare) e ricevere aggiornamenti in volo tramite collegamento satellitare permette ai comandanti di reindirizzarlo a missione in corso, adattandosi a condizioni dinamiche sul campo di battaglia. Il sistema TTWCS associato migliora ulteriormente questa flessibilità, fornendo un’interfaccia sofisticata per la pianificazione ed esecuzione delle missioni, fondamentale per una risposta rapida in scenari ad alta tensione.
Per apprezzare la significatività di questa acquisizione, vale la pena confrontare il Tomahawk con le sue controparti globali. Il missile da crociera russo Kalibr, spesso impiegato in Siria e Ucraina, condivide una portata e un profilo di volo a bassa quota simili, ma manca della capacità di attacco marittimo del Block V e delle sue avanzate funzionalità di ri-targeting.
Altri concorrenti, come lo YJ-18 cinese o il Naval Scalp europeo (francese), offrono caratteristiche diverse (come sprint terminali ad alta velocità nel caso dello YJ-18), ma nessuno eguaglia l’affidabilità testata in battaglia del Tomahawk, con oltre 2.300 lanci in combattimento dal suo debutto nella Guerra del Golfo del 1991.
Gli aggiornamenti del Block V, tra cui contromisure elettroniche migliorate e una testata più robusta, assicurano che rimanga un passo avanti rispetto alle difese in evoluzione degli avversari. Per l’Olanda, questo missile non è solo un’arma; è un vantaggio tecnologico in una regione dove precisione e portata sono fondamentali.
Il contesto del riarmo olandese
La decisione dell’Olanda di acquisire i Tomahawk si inserisce in un più ampio sforzo di modernizzazione militare che ha preso slancio dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. Per decenni, la difesa olandese ha operato partendo dal presupposto che un conflitto su larga scala in Europa fosse improbabile, portando a tagli ai bilanci e a una struttura delle forze più snella.
Nel 2023, l’Olanda spendeva appena l’1,7% del suo PIL per la difesa, al di sotto dell’obiettivo NATO del 2%. La guerra in Ucraina ha infranto questa compiacenza. Un libro bianco sulla difesa olandese pubblicato a settembre 2024 ha delineato un piano per aumentare la spesa annuale per la difesa di 2,66 miliardi di dollari, portando il budget totale a 26,6 miliardi di dollari e superando il benchmark NATO.
Questo aumento di finanziamenti, descritto dal Segretario di Stato per la Difesa Gijs Tuinman come “l’agenda militare più ambiziosa nella storia moderna olandese”, include investimenti in F-35, carri armati e asset navali. L’acquisizione dei Tomahawk, annunciata per la prima volta nel 2023, è un cardine di questa strategia, segnalando l’intenzione dell’Olanda di proiettare potenza oltre i propri confini.
Implicazioni operative e geopolitiche
Le implicazioni operative di questo accordo sono profonde. Le fregate classe De Zeven Provinciën, che trasporteranno i Tomahawk, sono già piattaforme formidabili, equipaggiate con avanzati sistemi radar e missili anti-nave Harpoon.
L’integrazione dei Tomahawk trasformerà queste navi in asset strategici capaci di colpire obiettivi in profondità nell’entroterra o in mare, dal Mare del Nord al Baltico. Scenari potenziali includono la difesa di rotte marittime critiche, il supporto alle operazioni NATO nell’Europa orientale o la partecipazione a missioni di coalizione in Medio Oriente. La lunga portata dei missili consente alle fregate olandesi di ingaggiare minacce senza esporsi alle difese nemiche, un vantaggio cruciale in acque contese. Tra l’altro l’integrazione con queste nuove armi potrebbe anche allungare la vita di queste navi.
La prevista integrazione dei Tomahawk sui sottomarini classe Walrus, attesa entro il 2029, rafforzerà ulteriormente questa capacità, consentendo attacchi stealth a lungo raggio da sotto le onde.
Geopoliticamente, l’accordo invia un messaggio chiaro. Le regioni del Mare del Nord e del Baltico, dove operano frequentemente le fregate olandesi, sono sempre più tese. La presenza navale russa è diventata più assertiva. L’Olanda, insieme ad alleati come Regno Unito (l’unico altro paese europeo a operare i Tomahawk) e Norvegia, sta costruendo una rete di capacità di attacco a lungo raggio per contrastare questa minaccia.
La capacità del Tomahawk di minacciare gli asset russi, da Kaliningrad alla Penisola di Kola, migliora la postura di deterrenza della NATO. Questa mossa si allinea con la spinta più ampia della NATO per la “condivisione degli oneri”, specialmente mentre gli alleati europei affrontano la pressione per ridurre la dipendenza dal supporto militare statunitense.
Sebbene la DSCA abbia dichiarato che la vendita “non altererà l’equilibrio militare regionale”, il Cremlino potrebbe vederla come un altro passo nella strategia di accerchiamento della NATO, potenzialmente innescando misure di ritorsione.
Sfide e dibattito interno
L’acquisizione non è priva di sfide. L’integrazione di un sistema complesso come il Tomahawk richiede un addestramento approfondito dell’equipaggio, aggiornamenti software e supporto logistico. Il TTWCS, il sistema tattico di controllo del Tomahawk, sebbene avanzato, richiede operatori qualificati e una manutenzione robusta. I Paesi Bassi dovranno anche allineare le sue strutture di comando con quelle della NATO. Questi ostacoli non sono insormontabili, ma sottolineano che l’accordo è un impegno a lungo termine.
Nei Paesi Bassi, la decisione di investire pesantemente nella difesa ha suscitato dibattito. La tradizione del paese come nazione commerciale, unita a un’enfasi post-Guerra Fredda sulla spesa sociale, ha storicamente limitato le ambizioni militari. Il prezzo di 2,19 miliardi di dollari per l’accordo Tomahawk, parte di un più ampio programma di missili da crociera da 2,71 miliardi di dollari nel prossimo decennio, è stato oggetto di controllo. Alcune fazioni politiche sostengono che i fondi potrebbero essere meglio spesi in sanità o istruzione. Altri, tra cui il Ministro della Difesa Ruben Brekelmans, ribattono che un esercito forte è essenziale per la sicurezza nazionale in un mondo sempre più volatile.
Guardando al futuro
Guardando avanti, l’accordo Tomahawk potrebbe aprire la strada a ulteriori acquisizioni olandesi. La prevista sostituzione dei sottomarini classe Walrus con nuove imbarcazioni classe Barracuda potrebbe includere la compatibilità con i Tomahawk fin dall’inizio. Anche altri alleati NATO potrebbero seguire l’esempio. L’accordo sottolinea inoltre l’importanza duratura del sistema di Vendite Militari Estere degli Stati Uniti, che facilita l’approvvigionamento rapido per gli alleati, ma solleva interrogativi sulla dipendenza dell’Europa dalla tecnologia americana.
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