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I NUMERI CHE CONDANNANO L’ITALIA (allarme Buco nei conti)

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Paolo Cardena’ di Vincitori e Vinti

Quella che segue  è una tabella tratta dal Def 2014, che ho  integrato con alcune considerazioni  che a mio avviso sintetizzano la condanna dei conti pubblici italiani, dal alto della mancata crescita.

Cerco di spiegare.

Il governo, per il 2014,  stima una crescita del PIL a +0.8%.
Le ultime previsioni elaborate dalle istituzioni internazionali (Fmi, Ocse, Ue ecc ), le più vecchie risalenti ormai a qualche mese fa, valutavano la crescita dell’Italia per il 2014 mediamente intorno allo 0.5%. Quindi sensibilmente meno rispetto al dato previsto dal governo.

Fonte: Il Grande Bluff

Se queste istituzioni dovessero pronunciarsi alla luce dei dati attuali, con ogni probabilità, le ridurrebbero ulteriormente.

Quindi non deve affatto sorprendere se ieri Confindustria ha ridotto drasticamente le sue previsioni sull’Italia, stimando una crescita per il 2014 ad appena + 0,2%, dal +0.7% precedente.Altro aspetto, di non meno importanza.

Il governo, nella stesura del Def, ai fini della determinazione della performance del PIL,  attribuisce un contributo significativo alle esportazioni, viste in crescita del 4%. Quindi, sempre secondo il governo, la domanda estera dovrebbe rimanere sostenuta in virtù del Pil mondiale visto in crescita del 3.7% con gli Stati Uniti che trainano la ripresa con il PIL in progresso del 2.9%
Problemone! Pare che gli Stati Uniti, anziché crescere come auspicato dal governo italiano, stiano scendendo e scendendo di brutto. Tant’è che l’ultima revisione del Pil statunitense, uscita solo qualche giorno fa,  dice che nel primo trimestre 2014 l’economia a stelle e strisce si è contratta del 2.9% su base annua. Quindi, alla luce della contrazione  dell’economia statunitense e del possibile rallentamento di quella mondiale, appare assai difficile poter sostenere una performance delle esportazioni come quella indicata nel DEF. Tanto più se si considera che il cambio Euro/Usd, nonostante gli interventi della BCE di inizio giugno, rimane saldamente ancorato a livelli alti. E’ evidente che se la performance delle esportazioni dovesse risultare sensibilmente inferiore a quanto preventivato, la performance del PIL ne risentirebbe significativamente, stante anche la debolezza della domanda interna e degli investimenti, che non potrebbero compensare l’eventuale debolezza della domanda estera.Del nostro stesso avviso è anche la Commissione Europea che solo qualche settimana fa, valutando i conti dell’Italia, ha affermato:

Altra considerazione.
Come si rileva dai dati sulla performance del PIL nominale (seconda riga della tabella), questo, per il 2014, è visto in aumento dell’1,7%. Sempre secondo lo stesso DEF, a  favorire questa dinamica dovrebbe intervenire una crescita dell’inflazione all’1%. Secondo gli ultimi dati Istat, l’inflazione è esattamente la metà.
Se questi dati dovessero essere confermati anche nei prossimi trimestri, ciò significherebbe che, nella migliore delle ipotesi, a fine anno, il Pil nominale risulterebbe notevolmente inferiore (almeno 16 miliardi in meno) rispetto a quanto stimato dal Governo. Questo, oltre ad incidere sul rapporto debito/PIL,  a parità di spese previste, aprirebbe un buco di bilancio di circa 7.5 miliardi di euro, che si aggiungerebbero ai 10 miliardi che il governo dovrebbe trovare per finanziare il bonus di 80 euro, che per l’intero 2014 dovrebbe valere circa 10 miliardi di euro. Oltre annessi e connessi.

 


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