Economia
I Dazi al Canada faranno aumentare, e di molto, i prezzi del Carburante nel Nord est degli USA
Secondo GasBuddy l’area degli USA maggiormente servita dal petrolio canadese rischia di vedere un aumento molto sensibile del prezzo del carburante a causa dei dazi imposti da Trump

L’inchiostro è appena asciutto sulla tariffa del 10% di Trump sull’energia canadese e già i prezzi dei carburanti si preparano all’impatto. Come afferma Patrick De Haan di GasBuddy, “l’impatto reale delle tariffe non sarà quello di spostare i modelli di raffinazione, ma piuttosto di aggiungere costi a tutto il sistema”. Traduzione? Secondo le previsioni di GasBuddy, dovrete sborsare di più alla pompa.
Perché le raffinerie statunitensi non possono semplicemente sostituire il greggio canadese con quello americano? Semplice: decenni di infrastrutture, miliardi di investimenti e le leggi della fisica. Il sistema di oleodotti che serve il Midwest, i Grandi Laghi e le Montagne Rocciose è stato costruito per trasportare a sud il greggio pesante canadese, non quello leggero e dolce proveniente dal Texas o dal Nord Dakota. È come chiedere a uno sciatore in discesa di sciare improvvisamente in salita.
C’è poi il piccolo problema della compatibilità delle raffinerie. Gli impianti progettati per il greggio pesante canadese non sono solo schizzinosi: non sono letteralmente in grado di lavorare il petrolio leggero di scisto statunitense senza un adeguamento da svariati miliardi di dollari. Come spiega GasBuddy, è come riempire un camion diesel con benzina normale. Si può fare? Certo, se non ci si preoccupa di un fallimento catastrofico.
Dove farà più male? Secondo Gas Buddy, il Nord-Est è il primo a subire lo shock da bollino, poiché dipende in larga misura dai prodotti raffinati provenienti dal Canada. I prezzi potrebbero salire di 20-40 centesimi al gallone entro la metà di marzo. Le regioni del Midwest e dei Grandi Laghi, dove il greggio canadese alimenta le raffinerie locali, vedranno aumenti di 5-25 centesimi al gallone nelle prossime settimane. Anche le Montagne Rocciose non saranno risparmiate, con aumenti previsti di 10-20 centesimi.
Nel frattempo, i prezzi del petrolio sono già scesi alla notizia, con il WTI a 67,31 dollari e il Brent a 70,27 dollari, segno che gli operatori prevedono una distruzione della domanda. Ma non bisogna ancora festeggiare. Il calo dei prezzi del greggio non si traduce in un risparmio alla pompa. Al contrario, i consumatori stanno per trovarsi tra tariffe, strozzature delle raffinerie e aumenti stagionali dei prezzi.
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