Analisi e studi
I dati dell’occupazione negli USA non sono buoni, anzi i peggiori dal 2020
I dati del BLS, l’ufficio statistico federale americano, sono poco positivie, e , probabilmente, saranno riviste nel campo negativo a novembre. Un dato molto basso che lancia un allarme per l’occupazione negli USA, nonostante la crescita apparente dell’economia
Iniziano i dati non buoni, e non siamo neanche arrivati alle elezioni.
L’economia statunitense ha aggiunto solo 12.000 nuovi posti di lavoro nell’ottobre 2024, ben al di sotto dei 223.000 rivisti al ribasso di settembre e delle previsioni di 113.000 posti.
Si tratta della più bassa crescita di posti di lavoro dal dicembre 2020, quando furono persi 243.000 posti di lavoro, ma si era in piena pandemia, e il parte la causa è legata all’impatto degli scioperi nel settore della costruzione aereonautica, cioè alla Boeing. Però sarebbe riduttivo vedere tutto solo in quest’ottica.
Ecco il relativo grafico:
Rispetto alla crescita del mese precedente il calo è stato notevole e siamo quasi arrivati in territorio negativo. Tuitti coloro che avevano fatto stime erano rimasti molto più alti, a parte Bllomberg, che aveva previsto un -10 mila, e ABN Ambro che aveva previsto zero. E quasi hanno avuto ragione.
E naturalmente, come è accaduto per l’intera amministrazione Biden, i mesi precedenti sono stati rivisti ancora una volta al ribasso: Agosto è stato rivisto al ribasso di 81.000 unità, da +159.000 a +78.000, e settembre è stato rivisto al ribasso di 31.000 unità, da +254.000 a +223.000. Sembra che il BNL abbia dei problemi di stima dei dati.
Con queste revisioni, l’occupazione di agosto e settembre è complessivamente inferiore di 112.000 unità rispetto a quanto riportato in precedenza. Ciò significa che, anche dopo la revisione mostruosa di settembre, quando sono stati eliminati 818.000 posti di lavoro, 7 degli ultimi 9 mesi sono stati nuovamente rivisti al ribasso!
Ciò significa che una volta rilasciati i dati di novembre, possiamo essere praticamente certi che ottobre sarà rivisto in negativo.
Se poi si escludono i 40 mila posti di lavoro generati dalla pubblica amministrazione, i posti di lavoro privati sono stati in realtà negative per un totale di -28.000, in calo rispetto alle 223.000 pre-revisione del mese scorso, e il primo dato negativo dal dicembre 2020. In altre parole, avevamo ragione… quando si tratta di posti di lavoro “governativi” effettivi e non parassitari.
Bisogna ammettere che gran parte del calo è dovuto agli eventi una tantum di cui si è parlato, tra cui lo sciopero della Boeing e gli uragani Helene e Milton. Ecco cosa ha detto il BLS in proposito: “Nel mese di ottobre, l ‘indagine sulle famiglie è stata condotta in gran parte secondo le procedure standard e i tassi di risposta sono stati nella norma”, ma “il tasso di raccolta dell’indagine iniziale sugli stabilimenti per il mese di ottobre è stato ben al di sotto della media. Tuttavia, i tassi di raccolta sono stati simili nelle aree colpite dalla tempesta e in quelle non colpite. Un’influenza maggiore sul tasso di raccolta dei dati sull’insediamento nel mese di ottobre è stata la tempistica e la durata del periodo di raccolta. Questo periodo, che può variare da 10 a 16 giorni, è durato 10 giorni in ottobre ed è stato completato diversi giorni prima della fine del mese”.
Ma soprattutto, il BLS ha dichiarato che “è probabile che le stime sull’occupazione in alcuni settori siano state influenzate dagli uragani; tuttavia, non è possibile quantificare l’effetto netto sulla variazione mensile delle stime sull’occupazione, sulle ore o sulle retribuzioni a livello nazionale, perché l’indagine sugli stabilimenti non è progettata per isolare gli effetti di eventi meteorologici estremi”. L’indagine sulle famiglie non ha avuto effetti percepibili sul tasso di disoccupazione nazionale”.
Ironia della sorte, mentre il BLS non è stato in grado di “quantificare l’effetto netto” degli uragani, è stato in grado di calcolare che il numero di persone non al lavoro a causa del maltempo è salito al terzo posto nella storia recente, con un aumento di 512.000 unità.
Comunque le notizie sono state pessime, e lasciano presumere che,m una volta terminata la buriana elettorale, si tornerà a parlare di economia, e lo si farà con in mente questo rallentamento del mondo del lavoro. C’è da attendersi che la Federal rserve consideri questi dati e, magari, si decida per il prossimo taglio deit assi.
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