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Guyana, la nuova Frontiera dell’estrazione petrolifera

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Dopo due anni di regolari scoperte di petrolio in Guyana, sembra che le sue acque profonde possano contenere ancora più greggio, accrescendo la sua reputazione di prossimo grande Stato produttore di petrolio. Ma il governo dovrà mettere in ordine i suoi accordi se vuole garantire la futura sicurezza finanziaria del Paese, dal momento che i principali attori internazionali si fiondano a raccogliere i frutti.

La Guyana ospita la più grande scoperta petrolifera degli ultimi vent’anni, dopo che l’anno scorso la Exxon Corp ha fatto altri ritrovamenti nel blocco offshore di Stabroek, portando il totale dei ritrovamenti a 11 miliardi di barili di petrolio. Ora la Exxon ha ampliato la sua zona di esplorazione al di sotto dei precedenti 5.000 metri di profondità per trivellare a 6.000 metri.

Grazie a tante scoperte consecutive di successo, Exxon spera che la sua terza piattaforma sia in funzione con mesi di anticipo, nel terzo trimestre del 2023 anziché nel 2024. Secondo John Hess, amministratore delegato di Hess, che detiene una partecipazione del 30% nel consorzio guidato da Exxon in Guyana, l’esplorazione più profonda dovrebbe portare alla luce altri miliardi di barili di petrolio. Hess ha suggerito che il pozzo di scoperta Fangtooth, perforato a 6.000 metri all’inizio dell’anno, potrebbe diventare una nuova unità di produzione a sé stante per le sue dimensioni.

Il vicepresidente della Guyana, Bharrat Jagdeo, ha espresso il desiderio del governo di sviluppare ulteriormente le sue riserve offshore, senza prevedere di condurre ulteriori studi sismici sui blocchi che dovrebbero essere messi all’asta a settembre. Alla fine di maggio, Jagdeo ha dichiarato: “Il prezzo del petrolio è alto e credo che questo sia il momento giusto per andare all’asta, quindi stiamo cercando di utilizzare l’attuale serie di dati, non di generare serie di dati futuri”.

L’asta includerà il Blocco C, una zona di acque ultra-profonde che non è mai stata autorizzata all’esplorazione. Tuttavia, non si sa se l’intera area di 9.500 km2 sarà messa all’asta come blocco unico o se sarà suddivisa. È inoltre incerto se Exxon parteciperà all’asta o se la Guyana favorirà l’ingresso di nuovi operatori sul mercato.

Anche prima delle recenti scoperte in acque profonde, c’era grande ottimismo intorno al potenziale della Guyana, con l’aspettativa che diventasse un importante produttore mondiale di petrolio. Un produttore, fra l’altro , extra OPEC, come il Brasile, che quindi potrebbe mettere il suo prodotto sul mercato senza accordi di cartello. La Exxon ha effettuato cinque scoperte tra gennaio e aprile di quest’anno, portando il totale a 31 scoperte in quel momento. Le sue enormi riserve sono ora superiori a quelle dei principali produttori sudamericani, Colombia, Ecuador e Argentina. La Guyana è ora il settimo produttore di petrolio dell’America Latina e dei Caraibi e si prevede che diventerà uno dei primi 20 produttori di petrolio a livello globale, con una produzione stimata di 1,2 milioni di bpd di greggio dal suo blocco Stabroek entro il 2027.

Nonostante le enormi scoperte, la Guyana non ha fretta di stabilire un nuovo accordo di condivisione della produzione (PSA) per il suo settore offshore, secondo il Ministero delle Risorse Naturali. Un nuovo PSA rivedrebbe l’attuale accordo governativo con Exxon e i suoi partner per il blocco di Stabroek, per aumentare le royalties del Paese per i futuri progetti di petrolio e gas. L’attuale PSA è stato ampiamente criticato perché troppo favorevole ai produttori di petrolio.

Si prevede invece che la Guyana si concentri sulla creazione di un organismo di regolamentazione del petrolio e del gas, che supporterà la creazione di un nuovo PSA e altre questioni industriali. I timoi è che la creazione di questo organo di controllo potrebbe predere troppo tempo e far perdere l’attuale momento d’oro per gli investimenti petroliferi.

Comunque è ovvio che i prezzi incredibilmente alti spingeranno sempre più paesi fuori dall’OPEC allo sfruttamento delle proprie risorse petrolifere. Inoltre per il paese più povero del Sud America questa può essere una grande occasione di riscatto economico e sociale, se non sarà sprecato dal solito problema della corruzione.

 


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