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Goldman Sachs taglia per la terza volta le sue previsioni di crescita per l’economia USA. Noi seguiremo

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Goldman Sachs, dopo i segnali negativi delle ultime settimane, in una sua nota intitolata “A Harder Path Ahead“, ha tagliato le sue previsioni sul PIL del terzo trimestre per la terza volta nell’ultimo mese.  Quindi anche questa banca d’affari sta capendo che l’economi sta per schiantarsi contro un muro ed è giunta  quest conclusione attraverso i seguenti passi:

  • Il 18 agosto, Goldman riduce la sua previsione per il  PIL per il terzo trimestre dall’8,5% al ​​5,5%, mentre si aspetta un “aumento maggiore dell’inflazione”, un modo edulcorato per  parlare di Stagflazione, cosa molto cattiva in Economia;
  • Giovedì 2 settembre, Goldman ha tagliato per la seconda volta la stima del PIL del terzo trimestre dal 5,5% al ​​3,5%, “per riflettere il ritmo più lento della crescita delle scorte manifatturiere e commerciali a luglio”.
  • dopo soli 4 giorni dopo, il 6 settembre, sotto la copertura della festa del Memorial Day, Goldman ha appena tagliato la sua previsione del PIL del terzo trimestre per la terza volta, mantenendo  la sua previsione del PIL del terzo trimestre al 3,5%, ma tagliando  le sue previsioni a medio termine,  a partire dal PIL del quarto trimestre che ora vede al 5,5%, in calo dal 6,5%, il che significa che su base media annua, la previsione di crescita del PIL della banca è ora del 5,7% (contro il 6,2% precedente) nel 2021 e del 4,6 % (contro il 4,3% precedente) nel 2022, con una forte decelerazione.

Inoltre la banca legge gli effetti negativi della fine degli stimoli fiscali, con 7 milioni di americani che, da domani, non avranno più contributi straordinari per la disoccupazione. La fine dello stimolo avrà sicuramente una conseguenza sulla crescita a medio termine:

Altro elemento poco considerato è che la spesa dei consumatori cambierà nuovamente, tornando dai beni a servizi, con un’altra giravolta, opposta a quella avvenuta durante la pandemia

Alla fine perfino Goldman Sachs non riesce a fare previsioni a lungo termine completamente esatte e deve adattarsi a leggere i tempi e vedere quello che accade. Nulla di male, se non fosse una banca d’affari che paga fior di economisti.

Comunque questo avrà conseguenze anche per noi: la parte di crescita trainata dal’export USA verrà a indebolirsi, il tutto in corrispondenza anche con la fine degli stimoli nazionali. Chi si aspetta un 2022 sfavillante, rischia di rimanere malamente deluso.

 


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