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Goldman Sachs: l’inflazione USA peggiorerà.. prima di andare meglio (se vi fidate)

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Vediamo le previsioni inflazionistiche di Goldman Sachs, con prima però una breve Premessa:

Quest’anno la Banca d’affari non ne ha azzeccata una sull’inflazione USA.

Previsioni da aprile a ottobre

Invece l’inflaizone non è stata temporanea come ha previsto GS, ma è stata piuttosto alta e stabile, giungendo all’ultima rilevazione al 5,5 % su base annua, valore che presumibilmente terrà sino a fine anno.

Fatta la premessa vediamo le previsioni di Goldman Sachs, che si potrebbero riassumere in una semplice frase: andrà peggio prima di andare meglio. Le previsioni della banca sono per un 4,4% a fine anno, un 2,3% nel 2022 e un 2,1% nel 2023.

Questo viene previsto seguendo i principali motori inflazionistici:

  • La scarsità dei beni. Secondo GS questo problema dovrebbe risolversi nell’arco dei prossimi mesi, dopo di che le aziende torneranno a ricostruire i propri livelli ottimali di magazzino e questo verrà a risolvere in modo definitivo, secondo GS, i problemi;
  • Dinamica salariale: secondo GS questa terrà un andamento positivo con un aumento dei salari del 4% comunque sotto controllo, perchè l’aumento salariale si ridurrà man mano che i lavoratori tornano in presenza.
  • Spese per l’abitazione: questo punto è quello più preoccupante, perchè l’aumento salariale, unito agli alti costi per le abitazioni, porterà l’aumento dei costi per l’alloggio al 4,5%

Quindi la dinamica del’infazione in senso stretto (senza energia e prodotti agricoli) per Goldman Sachs è la seguente, dove i problemi logistici vengono a cessare, anzi a dare una spinta deflazionistica, e costi della casa più servizi, legati al costo del lavoro, danno invece una spinta positiva, ma limitata

Certo, basta crederci, soprattutto per quanto riguarda i problemi logistici che per Goldman scompariranno miracolosamente nella prossima primavera. Non tutti ne sono così convinti però, a partire da chi lavora nel settore


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