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Gli USA prelevano dai propri depositi segreti di munizioni per inviarle a Kiev

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Il New York Times di questa settimana ha descritto in dettaglio la disperata corsa dietro le quinte dei funzionari statunitensi e occidentali per mantenere la costante fornitura di armi e munizioni, soprattutto di artiglieria (proiettili da 155 mm), all’Ucraina, al fine di respingere l’invasione russa. Si tratta di un altro significativo riconoscimento della diminuzione delle scorte del Pentagono, che ora deve attingere a depositi in Israele finora rimasti segreti:

“Il Pentagono sta attingendo a una vasta ma poco conosciuta riserva di munizioni americane in Israele per aiutare l’Ucraina a soddisfare l’estremo bisogno di proiettili d’artiglieria nella guerra con la Russia, dicono funzionari americani e israeliani”, riporta il Times. “Lo stock fornisce armi e munizioni che il Pentagono può utilizzare nei conflitti in Medio Oriente. Gli Stati Uniti hanno anche permesso a Israele di accedere alle scorte in caso di emergenza”.

I paesi occidentali che sostengono Kiev stanno attualmente cercando di preparare l’Ucraina a difendersi da una prevista offensiva russa di primavera, e le forze ucraine hanno bisogno di centinaia di migliaia di proiettili.

Per quanto riguarda le scorte di munizioni del Pentagono in Israele, “circa la metà dei 300.000 proiettili destinati all’Ucraina sono già stati spediti in Europa e alla fine saranno consegnati attraverso la Polonia, hanno detto funzionari israeliani e americani“, secondo il rapporto.

Le scorte in Israele non sono state rese note in precedenza, mentre si sta attingendo anche a un’altra scorta detenuta all’estero, in Corea del Sud. Entrambi i Paesi hanno finora mantenuto una politica ufficiale di non armare l’Ucraina, con Israele in particolare che ha subito pressioni da parte di Washington e dei funzionari ucraini per inviare aiuti letali.

La riluttanza israeliana e il fatto che debba camminare su una sottile linea diplomatica con la Russia, data la presenza militare russa in Siria, rende profondamente controverso l’utilizzo da parte del Pentagono dei suoi magazzini israeliani per un conflitto in Europa orientale.

Il nuovo rapporto del NYT di martedì prosegue un tema costante che ha interessato i funzionari della difesa statunitense fin dai primi mesi di guerra: come armare l’Ucraina in misura sufficiente per recuperare il territorio senza mettere a rischio la preparazione della difesa americana.

Il Times sottolinea questo dilemma come segue: “L’invio di centinaia di migliaia di proiettili di artiglieria dalle due scorte per aiutare a sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina è una storia che riguarda i limiti della base industriale americana e la sensibilità diplomatica di due alleati vitali degli Stati Uniti che si sono pubblicamente impegnati a non inviare aiuti militari letali all’Ucraina“.

La scorsa settimana, in occasione di una conferenza sulla difesa tenutasi a Washington, alcuni dei vertici della Marina militare statunitense hanno messo in chiaro il dilemma, con un reporter di Defense One che ha riportato le parole di un comandante: “Un ammiraglio ha alluso al fatto che gli Stati Uniti devono scegliere tra se stessi e l’Ucraina durante un panel alla conferenza”.


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