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Scenario Shock: USA e Giappone pianificano l’uso di armi nucleari in caso di conflitto

Per la prima volta, fonti interne rivelano che Washington e Tokyo hanno discusso scenari concreti per un attacco nucleare americano durante esercitazioni segrete, in risposta alla crescente minaccia di Cina, Russia e Corea del Nord.

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Fonti vicine ai governi di Giappone e Stati Uniti hanno rivelato sabato che i due paesi hanno discusso attivamente uno scenario che prevede l’uso di armi nucleari da parte dell’esercito statunitense in caso di un conflitto su larga scala. Queste discussioni si sono svolte nel quadro dei negoziati sulla cosiddetta “deterrenza estesa”.

È la prima volta che gli alleati approfondiscono la questione a questo livello di dettaglio. Si tratta di un chiaro segnale della volontà di rafforzare l’ombrello nucleare statunitense che protegge il Giappone, in un contesto di crescente aggressività militare da parte di Cina, Corea del Nord e Russia.

La mossa segna un drammatico paradosso per Tokyo. Il Giappone è l’unico paese nella storia ad aver subito un attacco con la bomba atomica e ha per decenni promosso un mondo libero dal nucleare. Tuttavia, la sua sicurezza nazionale dipende interamente dall’ombrello nucleare fornito dagli Stati Uniti, che sganciarono le bombe atomiche su Hiroshima il 6 agosto 1945 e su Nagasaki tre giorni dopo.

Secondo le fonti, nell’ambito dei recenti colloqui sulla deterrenza estesa, Tokyo e Washington hanno condotto molteplici “esercitazioni a tavolino” (simulazioni strategiche). L’obiettivo era elaborare una strategia per uno scenario in cui un conflitto esplodesse nell’Asia orientale e gli Stati Uniti si trovassero sotto pressione per utilizzare il proprio arsenale nucleare.

Il Missile ICBM Sentinel, che dovrebbe sostituire Minuteman III

Con questa ipotesi in mente, i due alleati hanno esaminato le procedure di coordinamento e la gestione delle complesse conseguenze derivanti da un possibile uso di armi nucleari, inclusa la cruciale gestione dell’opinione pubblica. Le discussioni hanno anche affrontato il livello di condivisione delle informazioni che gli Stati Uniti possono garantire al Giappone in una simile crisi.

A dicembre, i due paesi avevano annunciato le loro prime linee guida ufficiali sulla deterrenza estesa, che include la protezione nucleare statunitense, per affrontare meglio le sfide alla sicurezza regionale. I dettagli, tuttavia, sono stati tenuti segreti a causa della sensibilità delle informazioni, come confermato da un alto funzionario del Ministero degli Esteri giapponese.

Fonti diplomatiche affermano che le linee guida definiscono i passi che le nazioni intraprenderebbero qualora gli Stati Uniti decidessero di usare armi nucleari ai sensi dell’Articolo 5 del patto di sicurezza bilaterale. Tale articolo obbliga Washington a difendere i territori sotto l’amministrazione giapponese da un attacco armato.

Le fonti hanno inoltre chiarito che le linee guida stabiliscono esplicitamente che il Giappone può esprimere il proprio parere su un potenziale uso di armi nucleari, garantendogli un ruolo attivo e non meramente passivo nel processo decisionale.

I colloqui sulla deterrenza estesa, istituiti nel 2010, si sono tenuti a livello di alti funzionari una o due volte l’anno. Il dialogo ha però subito un’accelerazione decisiva nel luglio 2024, quando a Tokyo si sono tenuti i primi colloqui a livello ministeriale, con l’obiettivo di coordinare più strettamente l’alleanza di fronte al potenziamento militare della Cina e allo sviluppo missilistico e nucleare della Corea del Nord.


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