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Giappone, nuovo colpo al petrolio russo: il tetto al prezzo scende a 47 dollari

Tokyo si allinea all’Unione Europea e adotta nuove, dure sanzioni contro Mosca. La mossa mira a limitare le entrate del Cremlino, ma quale sarà l’impatto reale sui mercati energetici globali?

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Petroliera russa

Il Giappone si unisce all’UE nel ridurre il tetto massimo del prezzo di acquisto del petrolio russo a 47,60 dollari al barile, con una misura che entrerà in vigore venerdì e mira a punire la Russia per la guerra in Ucraina, ma che difficilmente avrà ripercussioni sugli acquisti giapponesi.

Il Giappone ha abbassato il tetto massimo di prezzo da 60 dollari al barile imposto dal G7 nel 2023 a 47,60 dollari al barile. Il Giappone sta inoltre imponendo nuove sanzioni sulle esportazioni alle aziende russe e ulteriori congelamenti dei beni, nell’ambito dei suoi sforzi per sostenere la spinta internazionale a porre fine alla guerra in Ucraina, ha dichiarato venerdì il segretario capo del gabinetto Yoshimasa Hayashi durante una conferenza stampa regolare, come riportato da Reuters. Considerando che il prezzo del petrolio Brent venerdì era di circa 67 dollari, il taglio è consistente, ma il petrolio russo viene già offerto con forti sconti.

La mossa giapponese segue il taglio del tetto massimo dei prezzi deciso dall’UE a luglio, quando l’Unione Europea ha abbassato il tetto massimo sul petrolio greggio russo da 60 a 47,60 dollari al barile, adottando il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia, che prende di mira un altro centinaio di petroliere della “flotta ombra”, il commercio di energia, i trader e le banche che lo rendono possibile.

Il 18° pacchetto di sanzioni mira a ridurre le entrate energetiche della Russia, con un limite di prezzo più basso “per allinearlo agli attuali prezzi globali del petrolio”, ha affermato l’UE.

Il meccanismo di limite di prezzo fissato dal G7 e dall’UE stabilisce che le spedizioni di greggio russo verso paesi terzi possono utilizzare assicurazioni e finanziamenti occidentali se i carichi sono venduti a un prezzo pari o inferiore a un determinato limite massimo, che attualmente è di 47,60 dollari al barile per l’UE e il Giappone.

Le importazioni giapponesi di petrolio russo, che finora quest’anno hanno rappresentato una quota minima dello 0,1%, non sarebbero interessate, poiché l’economia asiatica importa petrolio dal sottoprodotto del progetto Sakhalin-2, che è esente dalla regola del tetto massimo di prezzo. Il Giappone ottiene circa il 9% del suo GNL da Sakhalin-2.

Le nuove sanzioni giapponesi contro la Russia arrivano mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avrebbe esortato i paesi partner degli Stati Uniti nel gruppo G7 a imporre dazi alla Cina e all’India come punizione per il loro continuo commercio energetico con la Russia.

Bisogna dire che l’aumento di produzione OPEC+ fa si che ci siano attese per una riduzione del prezzo verso i 55 dollari al barile, che renderebbe il tetto del prezzo molto visino a quello di mercato, riducendone o annullandone l’efficacia.

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