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Germania: costi della produzione +37%. Quante aziende chiuderanno, prima che la Germania si arrenda e chieda l’apertura di Nord Stream 2?

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In questo momento la domanda è semplice: quanto tempo dovrà trascorrere prima della resa senza condizioni della Germania? L’inflazione alla produzione annuale in Germania è salita a un nuovo record del 37,2% nel luglio del 2022 dal 32,7% del mese precedente e al di sopra delle previsioni del mercato del 32%. I prezzi dell’energia sono rimasti il principale fattore di rialzo (105,0% rispetto all’86,1% di giugno), in particolare la distribuzione di gas naturale (163,8%) e l’elettricità (125,4%). Escludendo l’energia, i prezzi alla produzione sono aumentati del 14,6% rispetto a un anno prima. Altri aumenti significativi sono stati registrati per i beni intermedi (19,1%), in particolare i metalli (24,1%), i fertilizzanti e i composti azotati (100,4%) e la farina di cereali (48,9%); per i beni di consumo non durevoli (16,2%), come gli alimenti (21,1%); per i beni di consumo durevoli (10,9%) e per i beni strumentali (8%), l’aumento più consistente almeno dal settembre 1975. Su base mensile, i prezzi alla produzione sono aumentati del 5,3%, il massimo storico, dopo il dato di giugno e il consenso per un aumento dello 0,6%.

Ecco un grafico a breve

Quindi, se vogliamo vedere questo boom dei rpezzi in modo più prospettico:

FCon un aumento deim prezzi industriali di questo genere avremo due effetti:

  • un aumento dell’inflazione in Germania e nei paesi dipendenti dalle produzioni industriali tedesche;
  • lo spiazzamento internazionale delle produzioni tedesche, che non potranno competere, a livello internazionale con quelle di paesi meno colpiti dalla crisi energetica come la Cina e il Giappone.

Oggi il vicepresidente della FDP, forza liberale di governo, Wolfgang Kiubicki, ha chiesto ufficialmente che venga aperto Nord Stream 2, una specie di resa senza condizioni della Germania alla Russia. Il tema è: se questo serve per tenere i tedeschi al caldo e far andare avanti l’industria facciamolo, mandando a quel paese sia quello che ha detto Scholz, sia la Commissione, sia Biden, sia la NATO. Una posizione impensabile fino a un paio di mesi fa, ma che viene avanti ogni giorno di più in Germania. Intanto Berlino ha praticamente cessato ogni aiuto militare a Kiev, alla faccia delle dichiarazioni di Scholz. Il cancelliere è ormai nel bunker, con l’armata rossa alle porte: quanti giorni durerà prima di arrendersi senza condizioni come l’ammiraglio Donitz?

 

 


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