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Crisi

Il futuro chief economist della Bank of England avverte: “E’ tempo di ripensare tutto”

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Post da non perdere da Voci dall’estero, ripreso da zerohedge

 

Zerohedge riporta un estratto di un intervento di Andrew Haldane, futuro capo economista della BoE, molto critico verso teorie e modelli economici neoclassici: è ora di rimettere l’economia con i piedi per terra. 
 
 
 
 
Andrew Haldane, ben noto tra i lettori come uno dei banchieri centrali più franchi e credibili di tutto il mondo, a giugno diventerà Chief Economist della Bank of England. Questo è ciò che rende le sue osservazioni – in ogni caso fattualmente oneste – estremamente scomode per i modellisti DSGE (Dynamic Stochastic General Equilibrium) dello status quo keynesiano, vivi e vegeti in ogni banca centrale del mondo. Per riassumere il suo pensiero in questa lettera – i modelli sono inutili ed è il momento di ripensare tutto
 
Da Andrew Haldane:
 
Alla luce della crisi finanziaria, queste fondamenta [macro e micro modelli economici] non sembrano più così solide. La concorrenza sfrenata, nel settore finanziario e altrove, ha dimostrato di non aver servito bene la  società più ampia. Si è scoperto che l’avidità, portata agli eccessi, è un male. La Mano Invisibile, se spinta troppo lontano,  potrebbe rivelarsi malevola e ostile, contribuendo alla più grande perdita di reddito e di produzione a livello mondiale dagli anni ’30. Il perseguimento del proprio interesse, da parte delle singole imprese e dei singoli individui all’interno di queste imprese, ha reso la società più povera.
 
La crisi ha anche messo a nudo l’inadeguatezza latente dei modelli economici con equilibri stazionari unici e aspettative razionali. Questi modelli hanno fallito nello spiegare il genere di eventi macro-economici estremi, quali crisi, recessioni e depressioni, che sono di massimo interesse per la società. Le aspettative degli agenti, quando le cose si mettono male, hanno dimostrato di essere tutt’altro che razionali, e di essere guidate invece dalla paura della mandria o dell’ignoto.
 
L’economia in crisi si è comportata più come melma che cola lungo le pareti di un magazzino che come il pendolo di Newton, con un movimento più organico che armonico.
 
…siamo una specie altrettanto cooperativa quanto competitiva. Questa non è certo una conclusione sorprendente per sociologi e antropologi. Ma per gli economisti è una rivoluzione copernicana.
 
Alla luce di tutto ciò, è tempo di ripensare alcuni degli elementi di base dell’economia. 
 
Il report completo è disponibile QUI

 

 


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