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Energia

Francia: incendio obbliga allo spegnimento di due reattori nucleari fra i più vecchi

L’ente francese per la sicurezza nucleare ha dichiarato in un comunicato separato che l’incendio ha provocato un’interruzione dell’elettricità nell’impianto che ha innescato lo spegnimento automatico

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Un incidente in Francia mette in evidenza la fragilità del sistema di generazione nucleare del Paese. L’operatore di energia nucleare EDF ha chiuso due reattori a Chinon, nella Francia occidentale, dopo un incendio in un settore non nucleare dell’impianto nelle prime ore di sabato, ha dichiarato la società.

“L’unità di produzione numero 3 della centrale nucleare di Chinon si è spenta automaticamente, in conformità con i sistemi di sicurezza e di protezione del reattore”, ha dichiarato EDF in un comunicato, aggiungendo di aver spento anche il reattore numero 4, accoppiato al precente, per maggiore sicurezza. 

L’ente francese per la sicurezza nucleare ha dichiarato in un comunicato separato che l’incendio ha provocato un’interruzione dell’elettricità nell’impianto che ha innescato lo spegnimento automatico. Senza elettricità c’è un maggiore pericolo per gli impianti legato al rischio di cedimento di qualche sistema di raffreddamento. Tanto per richiamare un ricordo, l’incidente di Chernobyl fu causato da un esperimento legato proprio al funzionamento del sistema di raffreddamento in assenza di alimentazione esterna.

Qui vediamo il vero problema degli impianti nucleari francesi: sono spesso vetusti. Chinon è uno dei più vecchi:  l’impianto, nel suo complesso, risaliva ai primi anni sessanta, i reattori ancora in funzione sono degli anni 80, dal 1984 al 1987. I reattori più vecchi sono dell’epoca in cui Michael Jackson faceva gli urletti cantando Beat it!! Dei quattro reattori in funzione a Chinon, ad acqua pressurizzata, che producono 3,8 GW in totale, due dovrebbero essere dismessi nel 2024 e altri due entro il 2027.

Ovviamente NON sarà così, ed EDF aggiornerà qualche sistema, per poter poi dire che la vita utile è estesa di altri 10 anni, anche perché ricostruire una centrale come questa, con l’attuale burocrazia europea, rischia di richiedere tra i 10 e i 20 anni, come è successo a Flamanville che è in costruzione dal 2007. Perché pare che nella magnifica europa della UE, quello che si è fatto per decenni sia diventato praticamente impossibile.


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