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Francia e Spagna, chi cresce di più, anche come inflazione

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Giornata di dati economici per i paesi UE, e qui abbiamo crescita e inflazione di Francia e Spagna. Prima i dati, poi i commenti.

Per quanto riguarda la crescita del PIL la Spagna batte la Francia, ma è una sfida all’ultimo centesimo di punto… L’economia spagnola è cresciuta dello 0,5% su base trimestrale nei primi tre mesi del 2023, dopo un’espansione dello 0,4% rivista al rialzo nel periodo precedente e battendo le aspettative del mercato dello 0,3%, secondo una stima preliminare. Gli investimenti fissi sono avanzati dell’1,9% (contro il -3,7% del quarto trimestre) grazie a una ripresa degli investimenti in tutte le categorie: abitazioni e altri edifici e costruzioni (1,0% contro il -2,6%); macchinari, beni strumentali, sistemi d’arma e risorse biologiche coltivate (3,8% contro il -5,7%); e prodotti di proprietà intellettuale (1,4% contro il -3,4%). Inoltre, la domanda esterna netta ha contribuito positivamente al PIL, in quanto le esportazioni sono aumentate del 5,8% e le importazioni sono cresciute più lentamente del 3,1%. Per contro, i consumi delle famiglie hanno subito una contrazione per il secondo periodo consecutivo (-1,3% contro -1,7%) a causa dell’inflazione ostinatamente elevata e dell’aumento dei tassi di interesse. Anche la spesa pubblica è diminuita (-1,6% contro il 2,0%). Ecco il relativo grafico

Vediamo la Francia: l’economia francese è cresciuta dello 0,2% nel primo trimestre del 2023, dopo un quarto trimestre piatto e in linea con le aspettative del mercato, secondo una stima preliminare. Il commercio estero netto ha contribuito positivamente al PIL (0,6 punti percentuali contro 0,2 punti percentuali nel quarto trimestre), in quanto le esportazioni sono aumentate dell’1,1% (contro 0,9% nel quarto trimestre) e le importazioni sono diminuite dello 0,6% (contro 0,1% nel quarto trimestre). Nel frattempo, i consumi delle famiglie sono rimasti invariati in un contesto di inflazione ostinatamente elevata e di aumento degli oneri finanziari, recuperando comunque il calo dell’1,0% registrato nel periodo precedente grazie a un rimbalzo dei consumi energetici e a un maggiore aumento dei consumi di servizi. I consumi alimentari sono invece diminuiti per il quinto trimestre consecutivo. La spesa pubblica è diminuita (-0,1% contro 0,5%), così come gli investimenti fissi (-0,2% contro 0,0%). Anche le variazioni delle scorte hanno influito sul PIL. Su base annua, il PIL è cresciuto dello 0,8% nel primo trimestre, in accelerazione rispetto alla crescita dello 0,4% del periodo precedente. Ecco il relativo grafico

Soprendentemente la Spagna viene a mostrare un’inflazione inferiore a quella francese. Il tasso di inflazione annuale dei prezzi al consumo in Spagna è salito al 4,1% nell’aprile 2023 dal minimo di oltre un anno e mezzo del 3,3% del mese precedente, anche se al di sotto delle aspettative del mercato del 4,4%, secondo una stima preliminare. Questa evoluzione è dovuta principalmente al fatto che il calo dei prezzi dell’elettricità è stato minore rispetto all’aprile 2022 e che i prezzi dei carburanti sono aumentati dopo il calo di un anno fa. Nel frattempo, i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche hanno subito un rallentamento. L’inflazione di fondo annuale, che esclude i prezzi volatili degli alimenti freschi e dell’energia, ha raggiunto il minimo di cinque mesi del 6,6% ad aprile, in calo rispetto al 7,5% di marzo, con l’attenuarsi dello shock energetico. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,6% in aprile, dopo un aumento dello 0,4% nel mese precedente e al di sotto delle previsioni del mercato dello 0,9%.

La Francia non riesce a contenere l’inflazione. Il tasso d’inflazione annuale in Francia è salito al 5,9% nell’aprile del 2023 dal 5,7% di marzo, al di sopra delle previsioni di mercato del 5,7%, secondo le stime preliminari. I costi sono cresciuti ulteriormente per l’energia (7% rispetto al 4,9% di marzo) e i servizi (3,2% rispetto al 2,9%). D’altro canto, l’inflazione è rallentata leggermente per gli alimenti (14,9% vs 15,9%) e i prodotti manifatturieri (4,7% vs 4,8%). Su base mensile, l’IPC è aumentato dello 0,6%, dopo un aumento dello 0,9% a marzo. Nel frattempo, l’IPC armonizzato è aumentato dello 0,7% sul mese e del 6,9% sull’anno.

Ed ora i commenti: sia Francia che Spagna vedono una crescita, ma strettamente legata all’export, in aumento, mentre i consumi interni languono. Non solo, ma all’interno di quest’ultima componente la componente più dinamica è quella energetica, a indicare che le famiglie spendono di più per lenergia, ma comprimono maggiormente tutte le altre componenti di consumo. In Francia perfino la componente di spesa pubblica si contrae e questa è una delle ragioni della minor crescita francese. Nello stesso tempo la crescita contenuta non viene a significare una minore inflazione, a dimostrare come non c’è dinamica di crescia o mentaria nella dinamica dei prezzi europea, ma essenzialmente importata, per cause energetiche. La Spagna gode di un regime sull’energia speciale, perché alla penisola iberica è stato concesso di distaccarsi dal mercato europeo e di offrire prezzi più contenuti ai consumatori rispetto al resto d’Europa. La Francia invece paga il ritardo nelle manutenzioni delle proprie centrali nucleari, comn costi energetici maggiori. Comunque, in generale, solo una vera politicaa energetica di medio-lungo periodo potrebbe risolvere i problemi europei, mettendo da parte le varie politiche carboniche con ETS e tc. Invece non ci si riesce e la Francia ne paga il prezzo.

 


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