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FONDO ATLANTE SCAPPA, LASCIANDO TUTTI NEI GUAI. Toccata e fuga di un capitalismo rapace.

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Fondo Atlante ha annunciato che non proseguirà con altri investimenti in BPVI e VB. Praticamente scappa, sommerso dal fragore del suo insuccesso. Del resto sono MESI che critichiamo la strategia del fondo, o meglio, potremmo dire, la mancanza totale di strategia. 

Le motivazioni del fallimento del fondo sono , in fondo , semplici:

a) La superficialità con cui si è condotta l’azione. Lo stesso Penati ha pubblicamente ammesso di non aver condotto  nessuna Due Diligence (cioè nessun controllo). Si è fidato di gente non affidabile , ed i risultati si vedono. Per fortuna che parliamo di professionisti della finanza che godono della fiducia dei maggiori istituti bancari, che gestiscono fondi pensione etc. 

b) L’avidità. Se non avesse spinto il CdA ad una valutazione così distante perfino dal pezzo di recesso per le due banche, se non avesse voluto assolutamente essere il Dominus Invictus della situazione ma si fosse accontentato di una posizione di maggioranza in una compagine societaria dove NON venivano così umiliati gli altri soci, forse non sarebbe stato così solo. La Hubrys  lo ha portato a volere tutto, a dichiarare guerra ai soci truffati. Ed il tempo gli ha presentato il conto.

c) L’assenza di qualsiasi proposta strategica che non fosse la banale riproposizione del piano Iorio. Paradossalmente l’attuale A.D. Viola ha mostrato un poco più di vitalità intellettuale. Per il resto non c’è tata nessuna proposta fattiva e seria che potesse dar speranze ai soci ed ai clienti. Proprio nessuna.

Ora siamo al redde rationem . Il fondo Atlante se ne va, senza grossi rimpianti. I vertici bancari si sono recati a Bruxelles per chiedere il dimezzamento della partecipazione del capitale privato previsto dalla Commissione alla Concorrenza, da 1,1 miliardi a 0,55 miliardi. In questo modo sperano di poter interessare qualche altro “Private equity”, che allo stato attuale dei fatti sarebbe l’ennesimo allocco travestito da sparviero. Qualsiasi soluzione è inutile se non si raggiunge una VERA transazione con i soci rimasti, se non si ricostruisce una VERA fiducia, e questa non si crea consegnando le chiavi ad un nuovo padrone di turno. Si tratta di un ragionamento talmente banale che siamo stupiti non sia ancora stato recepito.  

Purtroppo parliamo delle popolari venete…

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