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Federal Reserve: tre punti essenziali dalla riunione della FOMC
Ieri alla fine si è passati dai proclami alle decisioni operative. Con le dichiarazioni del FOMC, il braccio operativo della Banca Centrale statunitense, si chiarificano le modalità di fine del QE e di ritorno ad una politica monetaria “Normale”. Ecco i tre punti chiave:
- Il tapering sarà annunciato a novembre e completato entro la metà dell’anno. Mentre il segnale di tapering nella dichiarazione era vago – “potrebbe essere presto garantito” – il presidente Powell ha chiarito nella conferenza stampa che tutto dovrebbe essere predisposto nella prossima riunione (a novembre). In assenza quindi di dati sull’occupazione negativi o di turbativa dei mercati finanziari, il “Tapering”, cioè la fine del QE, inizierà a Novembre e si esaurirà a luglio 2022.
- I membri del comitato si stanno convincendo della necessità di tassi più alti: come ha mostrato il dot plot aggiornato della Fed, il comitato è ora equamente diviso tra il primo aumento nel 2022 o nel 2023, che ha portato la mediana allo 0,25%. Il consenso è ora per 3 aumenti sia nel 2023 sia nel 2024, lasciando i tassi alla fine dell’orizzonte di previsione all’1,75%. Come ha notato il presidente Powell, questo è ancora decentemente al di sotto del tasso dei fondi a lungo termine del 2,5%, il che significa che la politica è ancora accomodante; nel frattempo, l’OIS (overnight indexes swap) per il 2024 è ancora fisso all’1%, e questo indica che il mercato, per ora, non crede che questi aumenti siano possibili
- Ci si trova ad affrontare un’inflazione più elevata del previsto a causa di maggiori vincoli dal lato dell’offerta: le previsioni per l’inflazione di base sono state leggermente aumentate e Powell ha notate che il problema non è la politica monetaria, ma gli shock sul lato dell’offerta. Come osserva BofA, “la Fed è diventata più preoccupata per le persistenti pressioni sui prezzi, sebbene il test critico saranno le aspettative d’inflazione di lungo periodo, che rimangono contenute. Sarà fondamentale monitorare gli sviluppi dal lato dell’offerta , sia come mercato del lavoro, sia come mercato delle materie prime.
Il mercato dei bond ha interpretato le comunicazioni della Fed come aggressive, con l’appiattimento della curva dei rendimenti, i tassi a 5 anni in rialzo di 2 pb e i tassi a 30 anni in calo di 2 pb. Questo ci fa capire che il mercato ritiene che ci sarà un momento critico collocato fra i due e i quattro anni da ora, proprio quando sono state fatte delle ipotesi di aumento dei tassi. Evidentemente si considera che questa decisione creerà dei problemi. Intanto il dollaro si è, ovviamente, rinforzato sui mercati internazionali
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