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Facebook, Google e Twitter valutano di lasciare Hong Kong. Troppi rischi per la legge della Sicurezza Nazionale
La libertà non ha mezze misure, e quando viene limitata bisogna valutare se andarsene. Google Twitter e Facebook hanno privatamente comunicato al governo di Hong Kong che, se le autorità modificheranno le regole relative alla privacy e alla tutela della libertà personale, saranno costrette a lasciare Hong Kong. La lettera è stata inviata il 25 giugno dalla Asia Internet Coalition, associazione che comprende le tre big insieme ad altre società asiatiche di internet. Questo fatto avviene dopo la repressione subita da Apple Today, il giornale chiuso in cui dirigenti e giornalisti sono stati arrestati a causa della Legge Patriottica che permette di arrestare chiunque sia a timore di collaborazione con “Potenze straniere”.
Il Wall Street Journal ha citato la lettera dicendo: “L’unico modo per le aziende tecnologiche di evitare queste sanzioni è astenersi dall’investire e fornire servizi a Hong Kong”.
A preoccupare i fornitori di servizi internet è la nuova norma che modifica le normative sulla privacy precedenti. Mentre dal 2019 il governo si era limitato ad emanare degli ordini di rimozione per i contenuti internet definiti scomodi o non adatti, con questa modifica della legge viene colpito penalmente, ed in modo molto forte, l’autore di contenuti illegali, cioè contro il PCC, con 10 mila dollari di HK di multa e la prigione fino a tre anni. Se non venisse identificato l’autore sarebbero le piattaforme a essere considerate responsabili, con la conseguenza che i dipendenti della società rischierebbero di proprio e di finire in prigione . È stato riferito che il governo di Hong Kong presenterà la bozza al Consiglio legislativo non appena a luglio e che la seconda lettura dovrebbe riprendere a settembre. Se la norma non sarà modificate le società che forniscono servizi web avrebbero tre mesi per andarsene.
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