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Economia

Europa pronta finalmente al rilancio del settore automotive?

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“C’è un’aria nuova nella Commissione Europea. Una visione pragmatica che affronta la realtà coniugando sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica e sociale” ha dichiarato il ministro Urso. “Siamo finalmente sulla strada giusta, che mi auguro segua sempre di più il principio della neutralità tecnologica, per raggiungere l’ambizioso obiettivo della piena decarbonizzazione con un’industria competitiva, a partire dalla chimica, dalla siderurgia e dall’auto. Daremo il massimo supporto per indirizzare le istituzioni comunitarie in questa una nuova fase al fine di realizzare una vera politica industriale europea”. Queste le prime parole del ministro del MiMit, dopo il colloquio avuto con il commissario europeo all’industria Stephane Sejournè per parlare di auto, avvenuto a Milano due giorni fa.

Evidentemente il ministro Urso, da tempo in prima linea per trovare una soluzione condivisa in Europa, per arrivare ad un ridiscussione di quella che pare ad oggi una decisione folle da parte dell’Europa di vietare dal 2035 i motori endotermici. A fine Novembre il ministro aveva portato davanti al Consiglio Competitività a Bruxelles, un non paper sul settore dell’automotive europeo promosso da Italia e Repubblica Ceca, firmato anche da Austria, Slovacchia, Bulgaria, Polonia, Malta e Romania. Nel documento tra le atre cose, si chiedeva espressamente di riesaminare le modalità che porteranno allo stop ai motori endotermici nel 2035. Termine e target che non vengono messi in discussione, ma che si ritengono sostenibili e realisticamente raggiungibili solo attraverso una revisione tempestiva del regolamento.

Ora questo incontro con il commissario francese, è un ulteriore passo avanti verso quella che appare come una necessita non più rimandabile. Il settore auto è in crisi in tutta Europa e una decisione del genere non farebbe altro che peggiorare una situazione già critica. La via maestra da seguire, è tornato a insistere il titolare del Mimit, è quella del “principio della neutralità tecnologica”, facendo prevalere “la ragione e il buon senso” nella speranza che ora l’Europa “abbia capito”. L’obiettivo del commissario francese – a colloquio anche con i rappresentanti di Confindustria Milano -, sostenuto anche dalle richieste del Ppe di bloccare le multe, è di “non penalizzare i costruttori”. Il vicepresidente esecutivo della Commissione si è detto anche favorevole a rivedere il Green deal, dicendo di avere in mente un grande piano di rilancio per il settore auto nel vecchio continente.

Queste parole avranno sicuramente dato un briciolo di speranza ai costruttori di auto europei, che vedono  il loro mercato assottigliarsi sempre più, a scapito soprattutto dei produttori cinesi, che ( fatta eccezione per la Tesla di Musk) hanno praticamente il dominio del mercato dei motori elettrici. Resta da vedere se però poi alle parole seguiranno i fatti.

Durante il colloquio, il Ministro Urso ha espresso la propria soddisfazione per l’annuncio del Vicepresidente Séjourné, che ha confermato la disponibilità della Commissione Europea ad andare incontro alla proposta italiana e iniziare a lavorare nel 2025 sulla clausola di revisione del regolamento sui veicoli leggeri. Una decisione che consentirà di accelerare la revisione delle normative per guidare il settore automotive verso gli obiettivi di decarbonizzazione previsti entro il 2035. Particolare attenzione è stata posta alla necessità di un nuovo approccio volto alla neutralità tecnologica, così come anche indicato nel report sulla competitività di Mario Draghi.

Ma che l’aria sia cambiata da qual punto di vista è anche confermato da fonti del Ppe europeo, che nel finale della passata legislatura hanno spesso votato insieme ai conservatori della Meloni per modificare alcune proposte del Green deal, apparse assai stringenti per imprese e famiglie europee. Proprio ieri  attraverso il  position paper del gruppo più numeroso a Bruxelles, e nella conferenza stampa del suo deputato Jens Gieseke, ha espressamente chiesto, in sostanza una revisione delle regole del Green Deal sul settore automotive e una decisa apertura verso carburanti alternativi oltre che una posticipazione dell’introduzione dei limiti di emissione e tolleranza verso le Case si dovessero trovare a sforare tali limiti.

Insomma effettivamente qualcosa di nuovo e buono forse si comincia respirare nel nuovo parlamento europeo, anche se la commissaria al Green deal e vicepresidente esecutiva, Teresa Ribera, pochi giorni ha escluso una ridiscussione di questo provvedimento sui motori endotermici. Ma sia la spagnola ormai appare sempre più indebolita, dopo le discussioni legate al suo voto. E la probabile indagine a suo carico per i fatti di Valencia, potrebbero anche portare a sue clamorose dimissioni.

D’altra parte le elezioni in Germania con la probabile vittoria dei Merz ( la cui prima carica elettiva fu proprio quella di europarlamentare nel 1989) e senza i verdi non potranno che essere un ulteriore spinta per rivedere questo provvedimento e rilanciare il settore auto.


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