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Euro crisis

€uro-pa, ultima chiamata

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 europa777

 

Ho impiegato enormi energie per sviscerare la convenienza relativa di avere una moneta debole per le Nazioni che, NON per scelta ma per NECESSITA’, sono votate all’export e, visto i VANI risultati, oggi vi dimostro cosa è successo a quelle Nazioni che hanno fatto l’opposto, RIVALUTANDO la propria moneta. Se anche questa documentazione non sortirà alcun effetto sulle bacate menti di CHI non vuol capire, il problema è SERIO e andrebbe risolto immediatamente tramite TSO coatto.

Come ha fatto l’Italia, senza materie prime da rivendere e con scarse risorse naturali, ad arrivare tra le prime 5 economie al mondo?

Semplicissimo (anzi no): comprando materie prime e risorse all’estero che poi venivano trasformate in Italia e rivendute a 20 volte tanto, lasciando ai residenti gran parte di quell’IMMENSO profitto in salari, tasse, dividenti e ricadute varie nell’economia reale nazionale. L’Italia post-bellica non ha fatto nulla di nuovo e non si è inventata niente: è dai tempi di Marco Polo che lo si era capito e gran parte delle bellezze artistiche italiane che tutto il mondo ci invidia provengono da tale proficua scelta. Ciò accadde, ad esempio, comprando seta grezza in oriente per farne drappi e vesti pregiate, sfruttando l’abilità della manodopera locale, per rivendere i manufatti, magari agli stessi venditori orientali. Oppure, comprando legno in Austria che veniva riesportato sotto forma di mobilio ad altissimo valore aggiunto. Oppure offrendo turismo a 360° ed avendone in cambio valuta pregiata. Questa ed altre cose le possono fare pochissimi Popoli al mondo e, vi assicuro, quello Italiano e il PRIMO in assoluto tra questi pochissimi.

Si sarebbe potuto fare tutto ciò con una moneta sopravvalutata come lo è l’€uro attualmente?

Questo mio pensiero è altrettanto indirizzato a chi vorrebbe che, una volta che ci si sbarazzerà dell’€uro, la nuova divisa italiana si rivaluti. Cosa, secondo me, oltre che IRREALISTICA è ASSOLUTAMENTE SCONVENIENTE.

Oggi scomoderò una delle più grandi menti economiche del XX secolo. Alle vostre perplessità vi risponde direttamente l’ennesimo premio Nobel: J.K. Galbraith, dalle pagine del suo immenso libro:

Il grande crollo” <Nel 1925, sotto l’egida dell’allora cancelliere Winston Churchill, la Gran Bretagna era ritornata alla parità aurea del vecchio rapporto, precedente alla prima guerra mondiale, fra oro, dollaro e sterlina. Senza dubbio Churchill era stato più impressionato dalla posizione maestosa della sterlina tradizionale, quella da 4,86 dollari, che dalle più sottili conseguenze della SOPRAVVALUTAZIONE che, come si RITIENE LARGAMENTE, egli NON avrebbe afferrato. Le conseguenze, comunque, furono REALI e GRAVI. I clienti della Gran Bretagna dovettero ora usare queste sterline più CARE per l’acquisto di merci a PREZZI che ancora riflettevano l’inflazione del tempo di guerra. La G.B. diventò, quindi, un MERCATO POCO ATTRAENTE per gli ACQUISTI degli STRANIERI. Per lo STESSO MOTIVO diventò un posto favorevole alla VENDITA. Nel 1925 ebbe inizio la lunga serie di crisi valutarie (…) Ci furono per di più spiacevoli conseguenze all’interno; la situazione CRITICA del carbone e il TENTATIVO di RIDURRE COSTI e PREZZI per far fronte alla CONCORRENZA MONDIALE portarono allo sciopero generale del 1926. Allora, come poi in seguito, l’oro fuggito dalla G. B. e dall’Europa affluì negli USA. Si sarebbe potuto evitare il fenomeno se in questo Paese i prezzi delle merci fossero stati ALTI e i saggi d’interesse BASSI (gli USA sarebbero diventati un posto SVANTAGGIOSO per gli ACQUISTI e per gli INVESTIMENTI.)>

La negligenza belluina dei governanti inglesi dell’epoca fu propedeutica, tra le altre cose, al formarsi di una immensa BOLLA di liquidità in USA che fu alla base della crisi del 1929.

All’Italia, come al Giappone, alla Korea e come BEN SAPPIAMO alla Cina NON CONVIENE AVERE UNA MONETA FORTE.

Una moneta forte converrebbe alla Norvegia, alla Russia, al Sudafrica, al Perù e sino ad un certo punto ad Australia e Canada, ovvero a TUTTE quelle nazioni che VENDONO soprattutto MATERIE PRIME con i cui proventi comprano DERRATE ALIMENTARI e MANUFATTI vari da Cina, Giappone, Korea e appunto Italia.

E la Germania? Perché la Germania ci riesce?

Ecco, la Germania (e suoi satelliti) sta APPROFITTANDO della DILUIZIONE MONETARIA avuta dall’unione fatta con i Paesi deboli della U€ che gli ha consentito di abbassare, forse anche del 50%, il valore che il MARCO oggi avrebbe. E NOI siamo i FESSI che glielo hanno PERMESSO, in nome del “FOGNO” €uro-peo.

Alle aziende italiane, per restare competitive nel sistema globalizzato, NON è rimasta altra scelta che:

a) Delocalizzare in Paesi dove manodopera e tassazione sono molto più bassi;

b) Ridurre drasticamente i costi di quella che è la voce di spesa maggiore: la manodopera;

c) Chiudere e/o fallire.

Se venissi eletto primo ministro, il giorno dopo andrei a Berlino con questi diktat che se non soddisfatti certificherebbero l’USCITA IMMEDIATA, un qualsiasi venerdì, dell’Italia da UE ed €uro:

1) Codice fiscale unico europeo;

2) Fiscalità UNICA in UE;

3) Tassazione identica e salario minimo unico;

4) Trasferimenti fiscali dalle regioni ricche a quelle più povere;

5) Cambio di statuto della BCE, facendola divenire compratore di ultima istanza ed obbligandola ad effettuare immediato QE da 2000 miliardi, tramite riacquisto di bond, a partire da quelli più esposti allo spread con loro sterilizzazione (pagandoli solo a valore nominale e senza interessi);

6) Abolizione dei titoli di debito nazionali ed instaurazione degli euro-bond che pagheranno interessi inferiori all’inflazione reale con la garanzia della BCE stessa come compratore del residuale invenduto;

7) Avvio di immense opere infrastrutturali atte ad assorbire la disoccupazione, creando un guaranteed job act, atto a favorire la PIENA occupazione in tutto il continente;

8) Suffragio universale con regolari elezioni politiche europee. Con questi semplicissimi OTTO punti si instaurerebbero le SOLIDE BASI per costruire una EUROPA dei POPOLI.

Con questi semplicissimi OTTO punti COSTRINGEREI i RENITENTI PROFITTATORI ad uscire allo SCOPERTO e ad ammettere le proprie IMMENSE COLPE.

Una EUROPA dei Popoli dovrebbe partire da quegli OTTO semplicissimi punti. In Svizzera così funziona, negli USA, anche se con grandi contraddizioni, lo stesso.

Diversamente, da domattina, ognuno per se e Dio per tutti.

Roberto Nardella.

Economia 5 Stelle


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