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Erdogan: le radici religiose della distruzione della Lira turca

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La Lira turca, dopo l’annuncio dello “Strumento straordinario” del conto bancario con rimborso degli effetti della svalutazione, ha ricominciato a cadere, anche se per ora rimane lontano dal minimo di 18 lire per un dollaro raggiunto circa una settimana fa:

Del resto con la Banca Centrale turca che ha deciso di diminuire i tassi d’interesse in mezzo a una situazione inflazionistica, come possiamo vedere in questo grafico da Tradingeconomics

Questa nuova ondata di svalutazione della Lira lascia comprendere il peggio, cioè che questa volta la spinta non si fermerà facilmente con dei numeri da circo. Eppure, come sottolinea il Wall Street Journal, nonostante questoErdogan proseguirà nella sua politica di tassi di interessi bassi per motivi religiosi: per il credente nell’Islam. La cosiddetta “Riba”, cioè l’interesse richiesto sui prestiti o pagato sui depositi, è esplicitamente vietata dall’Islam, e la finanza islamica infatti si basa su un sistema fondato su acquisti e contro acquisti a termine, solitamente di metalli preziosi. Quindi Erdogan vede nella lotta contro i tassi d’interesse una missione religiosa.

La richiesta di non pagare interesse, comune anche al cristianesimo medievale, poteva essere accettabile in un mondo senza svalutazione senza moneta Fiat, come poteva apparire quello dal VII and XII secolo. Già con le grandi scoperte geografiche e l’importazione di oro e argento dal Nuovo mondo si assiste a un fenomeno inflazionistico successivamente incrementato prima dalla carta moneta e quindi dalle valute Fiat. La lotta contro l’interesse, che poi non è altro che il prezzo che viene dato al tempo, rischia di risultare un po’ fuori tempo, soprattutto quando diventa una lotta solitaria. I turchi se ne accorgeranno presto.

 

 

 

 


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