Energia
Enviva: un’altra vittima dell’illusione dell’energia rinnovabile
Il “Verde” non porta bene alle aziende, neanche a quelle che puntano sulle biomasse. Il caso Enviva
Quando la statunitense Enviva ha iniziato la costruzione del più grande impianto di pellet di legno del mondo, aveva contratti per un valore di oltre 20 miliardi di dollari per fornire alle centrali elettriche d’oltreoceano un’alternativa al carbone. Le azioni dell’azienda erano vicine ai massimi storici.
Questo accadeva due anni fa. L’impianto di Epes è ancora in costruzione, ma Enviva è in tribunale per bancarotta. L’illusione green ha fatto un’altra vittima.
La domanda non è mail stata un problema. I sussidi per le energie rinnovabili in Europa e in Asia incoraggiano i generatori di elettricità a bruciare il legno riciclabile, o i suoi derivati, invece dei combustibili fossili. Le esportazioni di pellet dagli Stati Uniti stanno per superare il record dell’anno scorso.
Il problema di Enviva è che ha promesso agli acquirenti più pellet di quanti ne potesse produrre, e per un prezzo più basso di quello che alla fine è costato produrli. Per coprire poi le perdite si è piegata a scambi economicamente devastanti.
Il debito commerciale di circa 350 milioni di dollari che ne è derivato – concesso a un produttore di energia tedesco che è uno dei suoi migliori clienti – ha costretto Enviva a chiedere la protezione dalla bancarotta a marzo, in modo da poter eliminare il debito e cercare di rinegoziare gli accordi di fornitura che, secondo lei, non sono più redditizi. Ora è il produttore tedesco chhe ha 350 milioni di perdite su crediti ad essere nei guai.
Il crollo finanziario di Enviva ha fatto sobbalzare alcuni dei maggiori investitori statunitensi in energia pulita, aggiungendosi alla lista di delusioni finanziarie per il settore degli investimenti ESG, che ha raccolto trilioni di dollari per i fondi che promettono di investire tenendo conto degli obiettivi ambientali, sociali e di governance aziendale. Alcune aziende, come le startup produttrici di veicoli elettrici, sono fallite, mentre gli alti tassi di interesse hanno colpito anche le imprese con tecnologie collaudate, come i produttori di energia solare.
L’impianto di pellet di Enviva a Epes dovrebbe essere il più grande al mondo, ma sicuramente è stato il maggior buco nel settore delle biomasse, ma ora ci sono anche forti dubbi che tutto questo procedimento sia effettivamente valido dal punto di vista del CO2.
Dubbi sull’ecologicità dell’uso delle biomasse
L’investimento sbagliato si è poi incrociato con i dubbi generali sull’efficacia dell’uso delle biomasse come strumento di riducione del CO2.
Prima di tutto la combustione del legno è meno efficiente di quella dei combustibili fossili, emettendo più carbonio per produrre la stessa quantità di energia. Inoltre un conto è utilizzare legno riciclato, già abbattuto, un conto è utilizzare legno abbattuto ad hoc per fare pellet. Alla fine un rapporto dell’associazione ambientalista i Blue Orca Capital accusa Enviva di sopravvalutare i benefici ambientali dei suoi pellet e di praticare il “greenwashing”.
Dubbi su Enviva
Nello specifico poi Enviva sollevava grossi dubbi: prima di tutto era ccusata di utilizzare più tronchi d’albero di quanto dichiarato, sollevando dubbi sulla sua affermazione di utilizzare principalmente scarti di legno. Gli impianti di Enviva hanno accumulato violazioni della qualità dell’aria e hanno attirato lamentele da parte dei residenti locali,. facendo venire dei dubbi sulla loro regolaritàò.
A questi dubbi si sono poi affiancarti i disastri operativi industriali, con frequenti rotture degli impianti, che hanno portato a un forte calo della produzione e a un aumento dei costi, e quindi i pasticci finanziari, con la pre vendita del pellet, a prezzi bassissimi, ai clienti che, volenti o nolenti, sono diventati finanziatori della società,
Alla fine l’illusione del più grande impianto di pellet al mondo, che comunque sarà terminato il prossimo anno, non è stata sufficiente, e tutto è saltato. I sogni sono bellissimi, ma poi arriva l’alba…
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