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Economia

ENI taglia una parte di investimenti per permettere distribuzione di Utili e riacquisto azioni proprie

ENI prevede una riduzione degli investimenti per permettere il pagamento dei dividenti e il riacquisto azioni a fronte di una situazione reddituale più tesa, con i prezzi del petrolio più contenuti

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Tra il crollo del prezzo del petrolio e le difficoltà macroeconomiche, giovedì Eni SpA  ha ridotto i suoi piani di spesa in conto capitale per il 2025 e ha promesso di tagliare ulteriormente i costi, pur mantenendo le distribuzioni agli azionisti previste, quali dividendi e riacquisti.

Il colosso energetico italiano ha registrato un utile netto rettificato di 1,6 miliardi di dollari (1,41 miliardi di euro) nel primo trimestre dell’anno, in calo dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2024. Gli utili hanno superato le previsioni di consenso fornite dalla società, pari a 1,3 miliardi di dollari (1,15 miliardi di euro).

Gli analisti stanno osservando con attenzione l’approccio delle major petrolifere al recente calo del prezzo del petrolio e se la crisi del mercato influirà sulle distribuzioni agli azionisti per il 2025, promesse dalle società solo due mesi fa.
Nel caso di Eni, non sono stati annunciati tagli ai pagamenti agli azionisti, il che ha fatto salire le azioni Eni a Milano dell’1,88% alle 13:51 ora locale.

La società ha mantenuto l’impegno di aumentare il dividendo del 2025 del 5% e di avviare un programma di riacquisto di azioni proprie per 1,7 miliardi di dollari (1,5 miliardi di euro), previa approvazione dell’Assemblea Generale Annuale del 14 maggio.

Per mantenere le distribuzioni agli azionisti nell’attuale contesto di prezzi, Eni sta riducendo gli investimenti netti fino a 1,13 miliardi di dollari (1 miliardo di euro).

Le misure di mitigazione relative agli investimenti, al portafoglio, ai costi e altre iniziative di liquidità dovrebbero compensare gli effetti negativi dello scenario di oltre 2,27 miliardi di dollari (2 miliardi di euro), ha affermato Eni, che sta ottimizzando il proprio piano di spesa per il 2025 e utilizzerà l’opzionalità del proprio portafoglio “in risposta alle difficoltà macroeconomiche e all’incertezza sui dazi commerciali”.

“Guardando al futuro, siamo ben posizionati per affrontare l’attuale fase di recessione. Grazie al nostro portafoglio di attività di alta qualità e di alto livello che ci garantisce una notevole flessibilità, un basso cash breakeven e strutture finanziarie resilienti, assicurando un’allocazione disciplinata del capitale e una crescita autofinanziata, siamo in grado di ottimizzare i nostri piani di spesa e di cassa”, ha dichiarato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.

“Di conseguenza, abbiamo individuato oltre 2 miliardi di euro di azioni di mitigazione, equivalenti a circa 15 $/bbl di sensibilità al prezzo del petrolio, e siamo in grado di confermare la nostra politica di distribuzione per il 2025 nel contesto di una struttura finanziaria altamente solida”.

Nello stesso tempo il calo degli investimenti può essere pericoloso nel medio – lungo periodo, perché, anche se va bene per la redditività a breve termine, il taglio degli investimenti danneggia la continuità aziendale di lungo termine. Del resto


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