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ENI non pagherà il gas russo in Rubli. Come la prenderà Gazprom?

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“L’Eni non pagherà il gas russo in rubli”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi in un panel a Dubai, secondo quanto riporta l’Agenzia Bloomberg. “Eni non ha rubli; i contratti prevedono il pagamento del carburante in euro e i contratti dovrebbero essere modificati per cambiare i termini”, ha poi affermato sottolineando che “l’Europa dovrebbe guardare all’Africa per più forniture di gas”. Bene, bravo, intanto però bisogna decidere cosa fare per il gas domani, non fra tre anni.

Intanto che però guardiamo all’Africa resta il grosso problema del vedere le reazioni dell’alto player in campo, cioè Gazprom, il fornitore russo di gas, che difficilmente può smarcarsi completamente dalle indicazioni del Cremlino e dovrà fare qualcosa nei confronti di queste forniture. Non sappiamo se verranno attivate le varie clausole di rinegoziazione, che renderebbero tutte le forniture comunque aleatorie in prezzo e in quantità ma, comunque, la mossa di impatto comunicativo forte, ma di impatto pratico scarso, deve essere considerata. Gazprom non rinuncerà a 400-500 milioni di euro al giorno di pagamenti, ma trovare una simile quantità di rubli sul mercato non è semplice. Una soluzione parziale e temporanea potrebbe essere quella di “Swappare” cioè acquistare e scambiare, le posizioni debitorie dei vari giganti russi in Occidente sottoposti a sanzioni, come ad esempio Severstal o Evraz. ENI e le società di commodity occidentali comprano questi debiti privati russi in dollari, impedendone il default, e quindi i danni enormi ai creditori occidentali, e cedendoli a Gazprom che subentrerebbe come creditrice. Certo, salveremmo da un default finanziario queste società, ma anche i creditori (banche , privati etc) occidentali. Una rara soluzione win-win che permetterebbe di salvare capra e cavoli, almeno per un po’, sino a quando non si sia chiarita la posizione politica.

 


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