Attualità
Energia: l’Europa in ginocchio per l’assurdo massimalismo tedesco
Può un Continente essere schiavo delle scelte, spesso assurde, di una singola nazione per oltre 150 anni? Si ed è esattamente quello che sta capitando in Europa.
La crisi europea del gas occupa da mesi i titoli dei giornali, ma ciò non ha impedito alla Germania di proseguire nella chiusura di metà della sua capacità nucleare entro la fine dell’anno e di spingere verso un’accelerazione dell’eliminazione delle sue centrali a carbone entro il 2030, il tutto mandando in crisi il sistema energetico europeo e nazionale.
Vediamo le ultime:
- il gas russo non ha ancora ripreso a giungere alla necessaria pressione alla stazione di pompaggio di Mallnow, fra Polonia e Germania, attraverso il gasdotto Yamal. Anzi il gas fluisce da ovest verso est per alimentare la Polonia;
- la Francia ha chiuso due centrali nucleari e in questo momento assorbe elettricità dagli altri paesi.
- i prezzi dell’energia sono in calo, rispetto ai massimi folli di due giorni fa, ma solo per l’interruzione delle attività economiche natalizia e per la prospettiva di forti forniture di gas naturale liquefatto dagli USA, dove, visto il differenziale di prezzo, le cisterne hanno preso a navigare verso la UE.
Nonostante il disastro creato, nonostante la perdita di competitività del sistema economico europeo, nonostante l’impoverimento delle famiglie, nonostante tutto la Germania continua nella sua scelta scellerata di chiudere il suo nucleare attuale, nonostante la Francia abbia scelto l’opposto, di chiudere il carbone e di puntare solo sul gas naturale importato dalla Russia e su fondi “Verdi” che sono instabili non in grado di fornire l’industria europea. Eppure è evidente che puoi anche costruire un milione di pale eoliche, ma senza vento non avrai elettricità.
Il carbone e l’energia nucleare costituivano il 40% del mix energetico complessivo in Germania. Nel frattempo, le rinnovabili sono arrivate al 41% del mix. Paradossalmente la scelta verde di chiudere con il nucleare ha portato a un aumento nell’uso del carbone, vista l’instabilità delle fonti eoliche e solari. Possibile che nessuno ci avesse pensato finora?
Quest’anno, la Germania prevede di chiudere gli impianti nucleari di Grohnde, Gundremmingen C e Brokdorf, che lasceranno la Germania con solo tre centrali attive. Le ultime tre verranno ritirati entro la fine del prossimo anno.
Per quanto riguarda il carbone, la Germania ha accettato di eliminare gradualmente il carbone entro il 2030, rispetto al suo precedente obiettivo di ritirare il carbone dal paese entro il 2038. Due scelte incomprensibili, che mettono la Germania in una posizione critica, ma non è finita. Entro il 2040 anche il gas naturale dovrebbe essere eliminato e dal 2026 non saranno istallati nuovi impianti a gas. Chi fornirà l’energia elettrica necessaria a scaldare le case tedesche? Mistero…
Questa sarebbe la rete che attualmente sta lottando per fornire energia alla sua gente, e la rete che attualmente si basa per il 40% sull’energia nucleare e sull’energia a carbone che è destinata a essere ritirata.
Se la situazione era cattiva in generale, per le scelte fatte dalla Germania, il governo “Semaforo” ha peggiorato la situazione. Citiamo due esempi:
- Nel momento in cui la dipendenza energetica della Germania dalla Russia è totale, il governo tedesco ha deciso di chiudere, forzando anche le norme di legge, le trasmissioni via satellite del canale Russia Today in lingua tedesca. Una provocazione inutile, che ha fatto infuriare il ministro degli esteri russo Lavrov, che ha promesso una risposta. Chissà perché non arriva il gas a Mallnow… ;
- il gasdotto Nord Stream 2 non avrà una rapida omologazione. Il cancelliere Scholz ha affermato che l’approvazione è “Una questione tecnica”, quindi la cosa andrà per le lunghe. Altra irritazione per Mosca.
Negli ultimi 150 anni al Germania ha causato solo tragedie e disastri per l’Europa. Ora tocca all’energia, ma cambia il settore, e non cambia il risultato.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.