Analisi e studi
Eliminare il contante è un favore alle mafie. Ecco come e perché (di Giuseppe Palma)
Tutti i giornaloni del mainstream, FattoQuotidiano e Repubblica in testa, spingono per il cashless, cioè per il definitivo superamento del denaro contante. Strada ormai intrapresa dal governo Conte bis e dalla maggioranza giallo-rossa, che nell’ultima legge di bilancio ha ridotto l’attuale limite di 2.999,99 euro a 1.999,99 euro dal 1° luglio di quest’anno e a 999,99 euro a partire dal 1° gennaio 2021.
Ma l’obiettivo di Conte e compagni è quello di arrivare alla definitiva eliminazione del contante, in pratica solo pagamenti tracciabili (carte di credito, bancomat, assegni, bonifici etc).
Esiste anzitutto un problema di libertà. Se sparisse il contante, una consistente fetta della popolazione si estinguerebbe: lavoratori autonomi e imprese che avessero il conto corrente pignorato per debiti con privati o con lo Stato, in assenza di contanti morirebbero di fame. Con la sola moneta elettronica, tutto il denaro che andrebbe sul loro conto corrente finirebbe ai creditori, Stato o privato che sia. È giusto? È sbagliato? Non è questo il punto. Il problema irrisolto è che quelle persone non esisterebbero più e non avrebbero più alcuna possibilità per sostenersi. In assenza di contanti, manco l’elemosina avranno la possibilità di chiedere. Un click dello Stato e non esisti più.
Ma le scimmiette del mainstream continuano imperterrite a sostenere il cashless: l’eliminazione del contante sferrerebbe un colpo mortale alla criminalità organizzata. Ma sarà vero? Tutt’altro. Le mafie oggi non sono quelle con la lupara o con la coppola, come nel film Il Padrino, ma hanno il colletto bianco e agiscono in modo apparentemente legale. Sapete come si paga oggi una mazzetta, una tangente? Facile: regolare fattura elettronica di consulenza e bonifico tracciabile. Con la particolarità che non c’è stata nessuna consulenza e quella società che incassa il bonifico chiuderà tra qualche anno, per poi aprirne altre e così via. Mafiosi felici e contenti di continuare coi loro sporchi affari, tutto secondo le leggi. Insomma, tutto regolare, di contante non ne circola.
E allora a cosa serve questa continua criminalizzazione del contante? Per sconfiggere l’evasione fiscale? Macché, nemmeno quello. La grande evasione, come dimostrano diversi studi, non deriva dal mancato scontrino del bar o del parrucchiere, ma dai movimenti di grosse multinazionali con sedi legali nei paradisi fiscali. Prendersela col pasticcere o con l’idraulico è come sparare ad una mosca sul muro con un colpo di bazooka: sfasci il muro ma la mosca non muore, e se anche morisse, allo Stato costerebbe di più rifare il muro.
Fatto sta che, se si continua a criminalizzare il contante, il vero contraccolpo lo subirà la domanda interna: meno consumi = meno occupazione. Anche perché, soprattutto in alcuni settori, parecchi italiani saranno invogliati ad andare a comprare in Austria o in Germania (nel primo caso il limite è alto, nel secondo non esiste), mentre chi verrà da fuori avrà paura di spendere i suoi soldi in Italia.
Conte e la sua maggioranza stanno per dare un colpo mortale non alle mafie, che continueranno a proliferare più di adesso, ma a milioni di partite Iva e alla domanda interna.
Stavolta non si può neppure dire che gli italiani li hanno votati. Conte era un signor nessuno, non si era neppure candidato in Parlamento ed è uscito dal cilindro del M5S, mentre il PD faceva parte della coalizione arrivata ultima. Il centrodestra, che la soglia del contante la vuole invece aumentare, pur avendo ottenuto la maggioranza relativa dei voti e dei seggi, è rimasto fuori dal governo. La chiamano “democrazia parlamentare”, ma in realtà è solo una grande truffa ai danni del “principio democratico” e del popolo italiano.
Giuseppe Palma
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Consigli letterari:
di Paolo Becchi e Giuseppe Palma, “DEMOCRAZIA IN QUARANTENA. Come un virus ha travolto il Paese“, Historica edizioni.
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