Politica
Elezioni in Irlanda: si conferma il trend europeo che vede i Verdi in calo
Si è votato in Inrlanda, e di significativo ci sono il quasi dimezzamento dei Verdi e ridotto Sin Fein
Si sono tenute le elezioni politiche per il Dail, la Camera dei deputati irlandese, e i risultati in parte mostrano come perfino l’Irlanda, che politicamente è un po’ un’eccezione nel panorama politico europeo, comunque segua certi trend generali.
L’irlanda è un’eccezione perché non esiste una destra politica: tradizionalmente le posizioni più conservatrici erano collegate alla presenza britannica, per cui non esistono più, letteralmente. Vi sono nell’Irlanda del Nord, le sette contee ancora legate a Londra, ma non nel Sud.
I risultati sono i seguenti, anche se ci sono ancora incertezze sui singoli voti:
Sinn Fein, il partito un tempo braccio politico dell’IRA e che potremmo definire “Populista di sinistra” vede ridurre la propria posizione, e così anche i liberali di Fianna Fàail. Mantiene la posizione Fianna Gael, parte del PPE europeo.
Interessante è invece il fatto che i Verdi quasi si dimezzino, passando dal 7% al 4%.
In calo secco, che inverte un trend di crescita iniziato nel 2016, ma che vede l’isola muoversi in coerenza con altri paesi europei come Germania e Francia. Evidentemente le politiche Green costose ed estremiste e le politiche dei confini aperti hanno stancato perfino lì.
Sinn Fein invece si è ridotto, come possiamo vedere dal grafico sottostante:
In questo caso il partito di sinistra, ma tradizionalista, si riduce dal 24,5% al 21%, in questo caso pagando il fatto che il governo di è solidamente basato sull’accordo fra Fianna Fail e Fianna Gàel, e questo ha ridotto la rilevanza dell’opposizione. Sinn Fein paga il fatto non di aver sbagliato, ma di non essere sufficientemente influente, e quindi il voto di protesta va altrove, o si traduce in astensione.
La cosa divertente confermata da questa elezione è che i Verdi, che stanno rivelandosi i perdenti europei, sono comunque chiamati a far parte della maggioranza che sostiene la Von Der Leyen, a conferma che una idea rigettata democraticamente è comunque sempre regina nella UE.
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