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Analisi e studi

Come la Svizzera vede l’economia della Cina? Una visione oggettiva delle autorità federali elvetiche

Un’analisi approfondita dell’economia cinese nel 2025: crescita, sfide interne, relazioni internazionali e opportunità, secondo un autorevole report dell’Ambasciata Svizzera a Pechino. Scopri le implicazioni per il mondo.

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L’ambasciata svizzera a Pechino ha predisposto un interessante report   sulla situazione attuale dell’economia cinese, sulle sue prospettive di sviluppo futuro e su cosa questo venga a significare per il mondo.

Si tratta di un documento molto interessante perché predisposto a scopo informativo strategico da un paese che d’economia se ne intende ed ha una visione piuttosto precisa del mondo. Inoltre proprio la finalità di dare indicazioni strategiche rende queste informazioni presumibilmente corrette. Chi desidera leggere l’ntero report, che comunque si occupa per una parte importante, delle relazioni bilaterali cino-svizzere, può downlodarlo qui.

Lo stato dell’economia cinese secondo il report

L’economia cinese ha mostrato una crescita robusta nel 2024, raggiungendo l’obiettivo ufficiale del 5% di crescita del PIL, contribuendo per circa il 30% alla crescita economica globale grazie a forti esportazioni e ulteriori investimenti nella capacità manifatturiera e nelle infrastrutture.

Per il 2025, il governo ha dichiarato nuovamente un obiettivo di crescita di “circa il 5%”, ma il suo raggiungimento richiederà maggiori sforzi per affrontare sfide come la crisi immobiliare, il debole sentiment dei consumatori e le incertezze economiche esterne.

Principali dati economici cinesi secondo l’ambasciata svizzera.

Dinamiche di Commercio e Investimenti: Il commercio estero della Cina ha registrato un surplus record nel 2024, che ha messo sotto pressione le relazioni con importanti partner commerciali. Le esportazioni nette hanno contribuito per il 30% alla crescita complessiva del PIL nel 2024, la quota più alta dal 1997, quindi non sono un fattore di cui Pechino non si debba occupare.

Controparti commerciali della Cina anno 2024

Nonostante l’inizio di una nuova “guerra commerciale”, la domanda dagli Stati Uniti è rimasta il principale motore della crescita delle esportazioni nella prima metà del 2025, a causa dell’effetto di “front-loading” (accelerazione delle spedizioni prima dell’entrata in vigore di tariffe più elevate).

Le esportazioni cinesi sono state sostenute dalla competitività della sua industria, con una crescita significativa nei prodotti ad alta tecnologia e a energia verde, navi e veicoli. Tuttavia, gli investimenti diretti esteri (IDE) in Cina sono diminuiti del 27% nel 2024, il calo più marcato dalla crisi finanziaria globale, con l’eccezione del settore medtech dove la produzione locale è imposta dalle regole di appalto pubblico.

Sfide Interne e Politiche Governative: La domanda interna rimane debole a causa di un tradizionalmente alto tasso di risparmio, salari bassi e un basso sentiment dei consumatori, dato il protrarsi della crisi immobiliare. I prezzi delle case hanno continuato a scendere nel 2024 e la tendenza potrebbe non toccare il fondo prima del 2026. La diminuzione delle costruzioni abitative ha influito negativamente sulle entrate dei governi locali, costringendo il governo centrale a ristrutturare il loro debito.

Il Paese è sull’orlo della deflazione, con l’indice dei prezzi al consumo (CPI) che è salito solo dello 0,2% su base annua nel 2024, ben al di sotto dell’obiettivo del 3% circa, e l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) è in territorio negativo dal 2022 a causa di guerre di prezzo in diversi settori.

Questo contesto di competizione aggressiva danneggia la redditività di molte imprese. In risposta a queste sfide, la politica monetaria è passata ufficialmente da “prudente” a “moderatamente accomodante”, con tagli ai tassi chiave e al coefficiente di riserva obbligatoria (RRR) per rilasciare liquidità nel sistema finanziario.

La politica fiscale è diventata più espansiva, con un aumento del deficit di bilancio dal 3% al 4% del PIL per il 2025 e maggiori emissioni di obbligazioni governative per stimolare l’economia e compensare le debolezze della domanda interna. Il governo ha anche lanciato un programma di ristrutturazione del debito su larga scala (1,4 trilioni di dollari) per alleviare la pressione sui governi locali e stimolare i consumi attraverso programmi di permuta di beni di consumo. La politica industriale rimane uno strumento chiave, con un focus sull’innovazione e l’avanzamento tecnologico. La Cina sta formulando il suo 15° Piano Quinquennale (2026-2030), che dovrebbe concentrarsi sull’innovazione tecnologica, la resilienza economica e lo sviluppo delle “nuove forze produttive di qualità” (NPQF), che includono industrie emergenti (es. IT di nuova generazione, semiconduttori, energie rinnovabili, veicoli elettrici) e industrie future (es. metaverso, interfaccia cervello-computer, tecnologia quantistica, intelligenza artificiale generativa, biomanifattura).

Industrie che il governo cinese vuole far emergere nel futuro

Relazioni della Cina con il Mondo Occidentale

La Cina, pur essendo un forte sostenitore del sistema commerciale multilaterale basato sulle regole, ha visto le sue relazioni con l’Occidente messe a dura prova dalle crescenti tensioni geopolitiche e dalle sue politiche economiche. Il record di surplus commerciale della Cina ha generato lamentele dai governi occidentali riguardo all’eccessiva dipendenza dalle esportazioni, portando a misure di salvaguardia e tensioni commerciali.

Tensioni Geopolitiche e Autosufficienza Tecnologica: Anticipando le tensioni geopolitiche, il governo cinese ha raddoppiato i suoi sforzi per l’autosufficienza tecnologica. In risposta alle misure occidentali che limitano il suo accesso alle tecnologie dei semiconduttori, la Cina ha sempre più fatto ricorso a propri controlli sulle esportazioni e ha utilizzato il suo quasi monopolio sui materiali delle terre rare come leva. La “guerra commerciale” con gli Stati Uniti è intensificata nell’aprile 2025, con l’amministrazione Trump che ha imposto tariffe significative sui prodotti cinesi, a cui la Cina ha risposto con azioni ritorsive.

Anche se ci sono stati tentativi di de-escalation con accordi per ridurre le tariffe, la Cina ha continuato a utilizzare misure asimmetriche, come la blacklisting di aziende statunitensi e l’ulteriore inasprimento dei controlli sulle esportazioni di minerali rari e magneti, influenzando tutti i partner commerciali. Le relazioni con l’Unione Europea sono state complicate da indagini sui sussidi cinesi e relative contromisure anti-dumping cinesi su prodotti europei. L’Accordo Comprensivo sugli Investimenti (CAI) UE-Cina, concluso nel 2020, rimane congelato a causa di preoccupazioni sui diritti umani.

Strategie di Politica Estera ed Economica: Di fronte al deterioramento delle relazioni con l’Europa e il Nord America, la Cina sta cercando di espandere il suo accesso e la sua presenza nei mercati emergenti, capitalizzando sulla Belt and Road Initiative (BRI). La BRI rimane una parte centrale della politica estera cinese, con progetti ora più piccoli e focalizzati sul ritorno sull’investimento. La Cina è anche un partecipante attivo in partnership commerciali regionali come l’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC) e la Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), che ha permesso alle aziende cinesi di costruire catene di valore nel Sud-Est asiatico, rendendo l’ASEAN il maggiore partner commerciale della Cina. La Cina ha firmato 23 accordi di libero scambio (FTA) con 30 paesi e regioni.

Pre finire: evoluzione del  rapporto Cina-Svizzera

Le relazioni bilaterali tra Cina e Svizzera sono state caratterizzate da un commercio abbastanza equilibrato, con un surplus cinese nelle merci bilanciato da un surplus svizzero nei servizi. I negoziati per la modernizzazione dell’Accordo di Libero Scambio Sino-Svizzero sono stati avviati a settembre 2024, con l’obiettivo di ridurre o eliminare le tariffe rimanenti e migliorare le disposizioni sul commercio e lo sviluppo sostenibile.

Le aziende svizzere hanno opportunità in Cina in settori di nicchia di alta qualità, come la macchinari e tecnologia per l’automazione e la produzione intelligente, il settore automobilistico (in particolare veicoli elettrici), la medtech (pur con pressioni di localizzazione), e le soluzioni per l’edilizia verde e la Cleantech, allineandosi agli obiettivi ambientali cinesi. La Svizzera rimane una destinazione molto apprezzata per il turismo e lo studio per i cittadini cinesi, e il suo settore finanziario attrae investitori cinesi per la sua stabilità e professionalità. Da fine 2024, la Cina ha anche introdotto l’esenzione dal visto per i viaggiatori svizzeri, facilitando ulteriormente gli scambi


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