Attualità
E rimetti a noi i nostri debiti !
Intervento di Paolo Becchi al Convegno “UN MONDO POSITIVO – Analisi, progetto e realizzazione di una Rinascita Economica”, che si è tenuto il 24 marzo 2023, nella Sala dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati.
Paolo Becchi ho introdotto i lavori con una relazione dal titolo “E rimetti a noi i nostri debito”, dove ha illustrato la storia della moneta e del debito dagli albori della civiltà umana, questo è il video:
Questo il suo intervento scritto :
“L’economia è quella scienza che serve a gestire le risorse scarse che abbiamo, al fine di soddisfare bisogni umani, individuali e collettivi. Da quando esistono le prima forme di civiltà, per soddisfare i bisogni è necessario il denaro, ma il denaro stesso nella forma di credito poteva diventare anche un mezzo per arricchirsi. Ad un debito corrisponde un credito e se sul debito il debitore deve pagare interessi, il creditore guadagna senza lavorare. L’usura, da che mondo è mondo, funziona così.
Il problema del debito e del pagamento di interessi è rimasto lo stesso da migliaia di anni, anche se oggi nella forma di debito sovrano ha assunto una portata ulteriore. Per questa ragione il modo giusto per iniziare questo Convegno mi è parso quello di fare, a volo d’uccello, una storia della moneta e del debito, per far capire che il problema ha radici antiche.
Mentre il progresso scientifico e tecnologico ha modificato e migliorato la nostra vita in tutti i settori della società, la moneta, con il debito che genera, è rimasta la stessa usata dai Sumeri in Mesopotamia, nel terzo millennio a.C., quando registravano sulle tavolette cuneiformi debiti che comportavano il pagamento di interessi. Oggi, certo, al posto delle tavolette abbiamo le carte di debito, ma la sostanza in fondo è sempre quella: un debitore deve restituire a un creditore una somma a rate e pagare gli interessi. Già allora avevano sperimentato la follia di un debito che cresce fino a distruggere l’economia, tanto che erano costretti alla “remissione dei debiti” o “giubileo”, che veniva decretata, ad esempio, ogni qual volta un nuovo regnante ascendeva al trono.
Anche nella Grecia antica e a Roma, nei primi tempi della Repubblica, si verificavano periodiche cancellazioni del debito e tutte le religioni e costituzioni politiche dell’epoca ne trattano.
Nel pensiero greco classico si discute il fatto che agricoltori, commercianti e artigiani producono i beni necessari alla comunità, mentre i creditori non svolgono un’attività essenziale alla vita. Il denaro che produce altro denaro tramite gli interessi è sterile, ed è su questa base che Platone e Aristotele condannano l’usura, insistendo sul danno che l’usura causa alla società.
Per Aristotele, nomisma, il denaro, doveva essere “creatura della legge” ed il suo valore stabilito dalla polis. Una moneta basata su metalli per loro natura scarsi come l’oro e l’argento favoriva i creditori perché non si svalutava ed era scarsa per natura, mentre la polis doveva essere in grado di regolare la quantità di denaro che circolava sulla base delle esigenze della popolazione.
Per Aristotele e tutta la tradizione successiva era evidente che la moneta doveva fondarsi sulla razionalità della legge e non sulla disponibilità casuale e scarsa di qualche metallo scavato sottoterra.
Per ovviare a questa scarsità, furono inventati molti sistemi per ampliare la base monetaria, sia riducendo il quantitativo di metalli preziosi nelle monete, sia introducendo nuovi strumenti simili alle tavolette di argilla della Mesopotamia: le lettere di cambio dei Templari, la moneta cartacea del Gran Kan raccontata da Marco Polo, le note di banco del Trecento, le banconote delle prime banche centrali fino alla moneta elettronica bancaria dei giorni nostri.
Questi strumenti monetari emessi con i prestiti, generano un debito che cresce in modo esponenziale e genera conflitti nella società, tanto che l’usura è sempre stata condannata in molte civiltà e religioni. Ne rimane traccia persino nel “Padrenostro” della religione cristiana con la frase “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. La “cacciata dei mercanti dal Tempio” – va ricordato – non riguardava i commercianti, ma i “cambiavalute”. Insomma, Gesù – per dirla con una battuta – se la prende con i Soros del suo tempo.
Purtroppo, questi strumenti monetari di scambio a debito sono instabili perché la loro emissione è garantita solo dal capitale in monete d’oro in cui erano cambiabili. Per evitare la corsa agli sportelli ed un’improvvisa bancarotta, alla fine dell’Ottocento fu stabilito che le banche dovessero tenere un capitale pari al 30 o 40% dei prestiti o delle banconote che mettevano in circolazione. Per darvi un termine di paragone, quando nel 2008 è scoppiata la famosa crisi finanziaria dei mutui sub-prime, le banche tenevano in media meno del 5% di capitale.
Oggi la situazione non è cambiata, lo Stato tramite la Banca Centrale garantisce che i soldi in banca siano cambiabili solo in banconote, non più in monete d’oro, con una riserva obbligatoria pari a solo l’1% dei depositi creati. Nonostante oggi la moneta non abbia più alcun valore intrinseco, seguitiamo ad usare prevalentemente una moneta elettronica cambiabile in banconote, come se le banconote fossero ancora una quantità fisica limitata.
Per cui se seguitiamo a pensare che lo Stato possa come una famiglia “rimanere senza soldi” e che le banche “raccolgano il risparmio” di alcuni e lo prestino ad altri commettiamo un grosso errore. Entrambi questi concetti non hanno senso in un sistema di moneta priva di valore intrinseco che può essere creata con i computer e che le banche possono a piacimento “moltiplicare”. E tuttavia questo non significa stampare all’infinito. Significa dare allo Stato la possibilità di controllare la quantità di denaro circolante in funzione dell’economia reale. Dobbiamo, in sostanza tornare al pensiero classico che considera la moneta come uno strumento convenzionale creato e definito dallo Stato per soddisfare i bisogni dei cittadini e per aumentare la ricchezza del paese.
Tutte le discussioni in Italia che vertono ora sul debito, ripagare i bonds, i deficit e gli interessi o lo “spread”, non hanno alcun senso se ci si ricorda che la moneta è una prerogativa dello Stato e che il debito si accumula all’infinito tramite gli interessi composti. Lo Stato può spezzare questo circolo vizioso solo emettendo “moneta positiva”, che non sia debito, direttamente con il Tesoro o indirettamente con la Banca Centrale. In questo modo lo Stato può fare il suo “giubileo” del debito, ricomprandolo dai mercati senza farsi più intimidire.
Fortunatamente oggi, grazie all’innovazione ed alla tecnologia, possiamo creare anche nuovi strumenti di pagamento. Ed è di questo che vogliamo discutere in questo convegno.”
Il video integrale del convegno, suddiviso in n.3 parti, si può vedere su “Byoblu – La TV dei cittadini” con questi link:
– 1° parte – INFERNO – https://www.byoblu.com/2023/04/02/un-mondo-positivo-marzo-2023-1-parte/
– 2° parte – PURGATORIO – https://www.byoblu.com/2023/04/02/un-mondo-positivo-marzo-2023-2-parte/
– 3° parte – PARADISO – https://www.byoblu.com/2023/04/02/un-mondo-positivo-marzo-2023-3-parte/
Fabio Conditi
Presidente di Moneta Positiva
https://www.youtube.com/@MonetaPositiva
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