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La lezione ucraina: l’Europa svela il suo ‘Anti-Shahed’, il Drone che dovrebbe cambiare la guerra

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La guerra in Ucraina ha agito come un brutale campanello d’allarme per le cancellerie e gli stati maggiori europei. La devastazione portata dai droni kamikaze di progettazione iraniana, come la serie Shahed, utilizzati massicciamente dalla Russia, ha svelato una vulnerabilità strategica che l’Europa è ora determinata a colmare.

La lezione è chiara: la guerra moderna non si combatte solo con sistemi d’arma ultra-sofisticati e costosissimi, ma anche con la “massa”, ovvero la capacità di saturare le difese nemiche con un gran numero di ordigni a basso costo.

In risposta a questa nuova realtà, il principale produttore di missili europeo, MBDA, ha svelato al Paris Air Show il suo progetto per un drone d’attacco unidirezionale, per ora battezzato “One-Way Effector”. Si tratta della risposta diretta dell’Europa alla minaccia rappresentata dagli Shahed, un’arma progettata per cambiare le regole d’ingaggio nei cieli del futuro.

 

Perché l’Europa Vuole un Proprio Drone Kamikaze Proprio Ora?

La ragione è duplice e urgente. In primo luogo, l’esperienza ucraina ha dimostrato che sciami di droni a basso costo possono esaurire le scorte di preziosi e costosi missili intercettori, spianando la strada ad attacchi successivi condotti con missili da crociera ben più letali. La Russia ha perfezionato questa tattica, costringendo l’Ucraina a un enorme dispendio di risorse difensive. L’Europa ha compreso di dover possedere la stessa capacità, sia come deterrente che come strumento operativo.

In secondo luogo, come sottolineato dal CEO di MBDA, Éric Béranger, il continente europeo sta affrontando un “momento della verità”. La crescente assertività della Russia, unita ai dubbi sulla futura disponibilità degli Stati Uniti a garantire la sicurezza della NATO, impone all’Europa di sviluppare una maggiore autonomia strategica e di dotarsi di arsenali adeguati a un conflitto ad alta intensità.

nello stesso tempo proprio la scarsa sofisticatezza e precisione di questo genere di armi dovrebbe porre qualche piccolo problema etico, perché il rischio di danni collaterali è molto superiore.

 

Chi lo Produrrà e con Quali Caratteristiche?

A guidare lo sforzo è MBDA, il consorzio europeo leader nella missilistica. Il progetto, avviato a dicembre, mira a una produzione su scala senza precedenti. Per raggiungere l’obiettivo di 1.000 droni al mese – un numero enorme se confrontato con gli attuali 40 missili terra-aria Mistral prodotti mensilmente – MBDA collaborerà con un’azienda francese del settore automobilistico e un produttore di droni.

Il drone MBDA one way, immagine aziendale

Le caratteristiche del “One-Way Effector” sono state pensate per bilanciare costo, velocità e letalità, differenziandosi in modo significativo dallo Shahed-136 iraniano:

  • Motore e Velocità: A differenza dello Shahed, spinto da un motore a pistoni, la versione base europea utilizzerà un motore a reazione. Questo garantirà una velocità massima di quasi 400 km/h, contro i circa 185 km/h dello Shahed, rendendolo un bersaglio molto più difficile da intercettare.
  • Raggio d’Azione e Testata: Il drone europeo avrà un’autonomia di circa 500 km trasportando una testata da 36 kg (derivata da un proiettile d’artiglieria da 155mm per abbattere i costi). È un raggio inferiore rispetto agli oltre 1.500 km dello Shahed-136, ma ottimizzato per un teatro operativo europeo. Questo lascia presagire un utilizzo più tattico.
  • Guida e Utilizzo: La guida avverrà tramite GPS. Sebbene i droni non comunicheranno tra loro con un’intelligenza artificiale per creare sciami autonomi (“swarming”), saranno lanciati in salve capaci di formare un “branco” compatto che si dirige verso il bersaglio per massimizzare l’effetto di saturazione.
  • Costo e Produzione: Il costo sarà “una frazione di un missile da crociera”. L’economicità è ottenuta attraverso un design semplice, un corpo in composito, un numero ridotto di componenti e l’uso estensivo di parti commerciali (off-the-shelf).

L’obiettivo non è creare un’arma invisibile o indistruttibile, ma uno strumento  sufficientemente veloce e letale da costringere il nemico a impiegare sistemi di difesa di alto valore per abbatterlo, generando così quell’attrito e quella saturazione che sono diventati la chiave tattica dei conflitti moderni. Con un primo volo di prova previsto per l’autunno e una potenziale produzione in serie nel 2027, l’Europa sta correndo per colmare un divario che non può più permettersi di ignorare.

Vedremo se le premesse produttive saranno rispettate poi nella libertà aziendale. inoltre, dopo che ne saranno state costruite 12 mila in un anno, che ce ne facciamo?


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