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Analisi e studi

Drammatico crollo degli ordini industriali tedeschi: Scholz cerca l’unità nazionale

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Crollo degli ordini industriali in Germania, e non un qualcosa di lieve e dolce, ma drammatico, degno della Toccata e Fuga di Bach. Dove la fuga si riferisce alla capacità produttiva tedesca.

Gli ordini all’industria in Germania sono crollati dell’11,7% su base mensile nel luglio 2023, molto peggio delle stime di mercato di un calo del 4% e rispetto alla crescita rivista al rialzo del 7,6% di giugno.

Si è trattato del primo calo degli ordini industriali da marzo e il più forte da aprile 2020, trascinato dalla debolezza degli ordini su larga scala, in particolare nella produzione di veicoli aerei e spaziali.

I nuovi ordini di altri mezzi di trasporto, legati all’industria aerospaziale, sono crollati del 54,5%, seguiti da quelli di computer, elettronica e ottica (-23,6%), macchinari (-8,7%), apparecchiature elettriche (-16,7%) e prodotti lavorati in metallo (-14,2%). Gli ordinativi di autoveicoli e loro componenti sono invece cresciuti del 2,7%.

Gli ordini di beni d’investimento sono crollati del 15,9%, mentre quelli di beni intermedi e di consumo sono diminuiti rispettivamente del 4,5% e dell’8,2%. Escludendo gli ordini di grandi dimensioni, i nuovi ordini sono aumentati dello 0,3%.

Gli ordini esteri si sono contratti del 12,9%, con una domanda in calo sia dall’Area Euro (-24,4%) che dai paesi terzi (-4,1%), mentre gli ordini interni sono diminuiti del 9,7%.

Ecco il relativo grafico di questo disastro

Significativo il calo del 24% dall’area Euro: aver portato la UE in crisi con politiche restrittive monetarie, unite a follie amnbientaliste, non porta bene all’industria tedesca che non riesce a conquistare i mercati extra europei.

Oggi in Parlamento a Berlino Olaf Scholz , monoculo, ha proposto ai Länder, ai comuni e all’opposizione un “Patto con la Germania” per modernizzare il Paese. Tutte le agenzie governative dovrebbero mostrare più rapidità e coraggio per rendere il Paese più moderno e più sicuro dalle fondamenta, secondo un documento di sintesi presentato nel dibattito generale di mercoledì al Bundestag.

Per accelerare notevolmente il processo di approvazione, i governi federale e statale dovranno sviluppare un pacchetto completo di misure e lanciarle quest’anno. Ciò includeva l’accelerazione del diritto procedurale generale, la digitalizzazione delle procedure di pianificazione e approvazione e la semplificazione della costruzione di alloggi. Dovranno essere semplificati anche i trasporti di grandi capacità e pesanti nonché importanti progetti stradali e ferroviari.

Da un lato l’accenno al rilanzio dell’edilizia popolare potrebbe rilanciare un po’ di edilizia, attualmente stagnante, ma dall’altro ci viene una semplice domanda: a che serve accelerare pre procedure per i grandi trasporti, se non c’è domanda per gli stessi. A che serve costruire treni e strade, peraltro necessari, visto lo stato disastroso delle infrastrutture tedesche, quando il “Freno al debito” voluto dai libeali comunque limita fortmente la spesa? Si tratta solo dell’ennesima dichiarazione politica, destinata a restare senza effetto.

La velocità è inutile per cose che nessuno desidera realizzare e il desiderio futuristico di velocità resterà una vuola parola.

Nelle prime reazioni l’Unione si è mostrata aperta al dialogo Il capogruppo regionale della CSU, Alexander Dobrindt, ha detto che l’Unione è pronta per un simile “Patto con la Germania”, ma a determinate condizioni. Il Paese si trova in una situazione in cui “si dovrebbe assolutamente prendere sul serio questa vostra offerta”, ha detto nel dibattito generale il presidente dei deputati della CSU al Parlamento. Ma è necessaria una concessione sulla questione dei rifugiati. “una delle crisi più centrali attualmente in Germania”. L’Unione ha un piano chiaro su come affrontare questa situazione. “Potete scriverlo immediatamente con noi nella prossima settimana di incontri in un ‘Patto con la Germania’ per affrontare questa crisi.”

Il fatto che la CDU CSU abbia subito detto di si conferma che i contenuti, alla fine, sono vuoti, ma anche che ormai il terreno è pronto per una nuova Grosse Koalitione in Germania. Una scelta nostalgica, ma i tempi non sono più quelli della Merkel.

 


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